Polveriera San Lorenzo

La situazione a Boedo si evolve di giorno in giorno. Non ci si annoia mai seguendo il San Lorenzo .

Come avevamo già anticipato, Mariano Soso non è più l’allenatore del San Lorenzo. Il tecnico ha presentato le dimissioni dopo la sconfitta di domenica sera per 4-1 in casa del Banfield.

L’ultima partita ha lasciato pesantissimi strascichi nello spogliatoio azulgrana. Al termine dei 90′ i gemelli Romero hanno infatti abbandonato lo stadio in un’auto privata e non con il pullman della squadra. Secondo i media argentini ci sarebbe stata una lite pesante con alcuni compagni di squadra, in particolare con il portiere Monetti negli spogliatoi. Tutto sarebbe iniziato durante la partita quando Angel Romero avrebbe avuto un diverbio per questioni tattiche con lo stesso Monetti e Gattoni. Successivamente, mentre le squadre abbandonavano il terreno di gioco, sarebbero volati alcuni insulti e poi, una volta negli spogliatoi, la situazione sarebbe degenerata e Monetti avrebbe colpito con uno schiaffo Oscar Romero. A quel punto, Soso avrebbe cercato di separare i giocatori e calmare gli animi. I Romero avrebbero poi lasciato immediatamente lo stadio del sud del conurbano Bonaerense.

el Mono Monetti

A gettare ulteriore benzina sul fuoco ci ha pensato Nacho Piatti che, durante un intervento a ESPN F90, non si è fatto problemi nel descrivere lo spogliatoio del Ciclon come una vera polveriera: da una parte ci sarebbero “los referentes” ossia i veterani del club come ad esempio Fabricio Coloccini e lo stesso Piatti insieme ai giovani compagni di squadra, dall’altra ci sarebbero invece i fratelli Romero. Secondo Nacho, i due paraguaiani godrebbero di un trattamento speciale da parte del club con vari privilegi come ad esempio la possibilità di avere il fisioterapista personale presente durante le sedute di allenamento. I vari tentativi fatti dai compagni per integrarli nel gruppo non avrebbero avuto esito positivo e gli stessi Romero si sarebbero così auto isolati nel loro mondo privilegiato. Tra le altre cose, Piatti ha fatto notare che durante le partite i due fratelli cerchino sempre di passarsi la palla tra di loro pregiudicando così il gioco di squadra. A dimostrazione di ciò, la miglior partita della squadra di Soso è stata a Mar del Plata contro l’Aldosivi (vittoria 4-1) quando i Romero erano impegnati con la Nazionale Paraguaiana.

L’autostima dei due gemelli sarebbe così alta da averli portati ad offrire un premio in denaro ai compagni in caso di vittoria delle partite.

Il principale responsabile di tali atteggiamenti sarebbe in realtà il presidente Marcelo Tinelli che sarebbe il principale protettore de “los mellizos”. Lo stesso Tinelli è stato bersagliato da Piatti a causa del trattamento ricevuto dall’ex giocatore del Montreal Impact che è stato scaricato dal Club il 23 dicembre con una raccomandata nella quale gli veniva comunicata la risoluzione anticipata del contratto (il 31 dicembre 2020 invece che il 30 giugno 2022). La motivazione è stata attribuita allo stipendio troppo oneroso per le casse del San Lorenzo (peccato che il contratto sia stato fatto firmare dallo stesso Tinelli meno di un anno fa).

Un Piatti visibilmente infastidito ha criticato duramente il presidente per non averlo nemmeno chiamato per spiegare o per cercare di sistemare la situazione prima di mandargli la lettera di licenziamento.

Insomma, la situazione al momento è veramente complicata sia all’interno dello spogliatoio che a livello societario. Per l’allenatore è corsa a due tra Nestor “Pipo” Gorosito (ex giocatore e idolo del San Lorenzo negli anni ‘90 che ha vinto la Copa de la SuperLiga 2019 con il Tigre) e l’attuale DT dell’Argentinos jr. Diego Dabove. Dalle ultime notizie pare che la dirigenza abbia raggiunto un accordo con quest’ultimo che però deve prima sistemare la sua situazione con il club de La Paternal.

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Siamo fuori (dalla Copa Maradona) – Feat. Chau Soso?

Le nostre speranze di fine anno non hanno purtroppo avuto nessun riscontro positivo. La sconfitta di ieri con il Gimnasia La Plata ci lascia fuori dai giochi per quanto riguarda l’accesso alla finale (presumibilmente contro Boca o River). L’ultima partita contro il Banfield sarà quindi ininfluente… almeno per il San Lorenzo.

Siamo fuori (dalla Copa Maradona)

Torniamo sul match del Nuevo Gasometro. Il risultato dice 2-1 Gimnasia ma in realtà poteva anche finire 1-1 visto che l’ultimo gol, è arrivato pochi secondi dopo il secondo cambio di Soso che ha sbilanciato la squadra inserendo un trequartista (Mati Palacios) per un terzino (Cachila Arias). In ogni caso neanche il pareggio sarebbe servito, anzi avrebbe eliminato entrambe le squadre. 

Il problema è che il San Lorenzo, pur dovendo vincere a tutti i costi, non ha dimostrato grinta né voglia. L’unico sussulto è stato dopo il primo gol del Gimnasia: la reazione ha portato al pareggio immediato di Angel Romero su assist del fratello Oscar. 

Per il resto le occasioni da gol sono state prevalentemente del Gimnasia con tanto di rete annullata per fuorigioco (inesistente ma non c’è il VAR) sul finire del primo tempo. Le poche occasioni del San Lorenzo sono state abilmente sventate da un Jorge “Fatura” Broun in in grande spolvero. 

La colpa principale imputata ieri a Soso è il ritardo nei cambi dato che ne ha sfruttati solo due di cui il secondo (a cui si fa riferimento sopra) solo al 42’ del secondo tempo. A sua parziale discolpa c’è da dire che la squadra era decimata da infortuni e Covid ed in panchina erano presenti solo ragazzi del vivaio. Ciò non toglie che i giovani avrebbero sicuramente dato una scossa e un po’ di vitalità alla squadra. Da segnalare inoltre la pochezza offensiva, la mancanza di ritmo, le frequenti disattenzione sulle palle inattive e gli errori nelle partenze palla a terra da dietro. 

Insomma il San Lorenzo ha giocato poco e male, col tecnico inevitabilmente al centro delle critiche assieme alla dirigenza, responsabile degli stipendi eccessivi promessi a giocatori importanti (Di Santo, Peruzzi, ecc.) ma dal rendimento molto basso. 

I tifosi, oltre a risultati all’altezza della storia del San Lorenzo, chiedono chiarezza e trasparenza sulla situazione economica del club dato che si susseguono i reclami da parte di giocatori, ex-giocatori ed altre squadre circa pagamenti mancanti o in ritardo di mesi. 

Se lo stato patrimoniale attuale e la difficile situazione economica globale non permette l’ingaggio di top player sarebbe fondamentale farlo sapere. Se il progetto giovani venisse spiegato e portato avanti in maniera costante i tifosi lo accetterebbero serenamente. Le promesse non mantenute, invece, non fanno altro che generare malumori e polemiche.

2 – Chau Soso?

Dopo la sconfitta contro il Gimnasia, la continuità di Mariano Soso alla guida del San Lorenzo sembra legata ad un filo sempre più sottile.

La dirigenza e la secreteria tecnica stanno discutendo in queste ore per cercare di capire se andare avanti ancora con l’attuale allenatore Soso. Negli ultimi due anni al Ciclon si sono alternati quattro allenatori, nessuno dei quali ha ottenuto continuità di rendimento e risultati all’altezza.

Mariano Soso

A novembre 2018 arrivò Jorge Almiron, all’epoca conteso da diversi club. Con lui arrivarono 10 rinforzi semi sconosciuti (molti dei quali gestiti dallo stesso procuratore di Almiron). Di quel mercato si salvarono solamente il mediano Loaiza (che inspiegabilmente non venne riscattato) e il veterano Roman Martinez. La stagione fu disastrosa: 25 partite giocate con solo 4 vittorie, 14 pareggi e 7 sconfitte, corrispondenti al 34% dei punti disponibili. L’unica nota positiva fu il passaggio turno agli ottavi di Libertadores. Nonostante ciò, Almiron venne esonerato ad inizio maggio 2019.

Jorge Almiron

A giugno dello stesso anno si concretizzò il ritorno di Juan Antonio Pizzi che venne subito eliminato agli ottavi di Copa Libertadores dal Cerro Porteño. L’inizio promettente in Superliga si rivelò un fuoco di paglia che durò 13 partite: 5 vittorie, 2 pareggi e 6 sconfitte col rendimento del 43%.

Juan Pizzi

Dopo la separazione da Pizzi la squadra venne affidata a Diego Monarriz, tecnico della squadra reserve (corrispondente alla primavera) ad inizio novembre 2019. L’unico risultato degno di nota fu la vittoria contro il River al Monumental che gli garantì un po’ di ossigeno fino ad inizio 2020 quando i risultati cominciarono a scarseggiare e le feroci critiche lo costrinsero a dimettersi, tornando a dirigere la reserva. Ha diretto la squadra per 10 partite, con 4 vittorie, 2 pareggi e 4 sconfitte (46% di rendimento).

Diego Monarriz

Il 10 marzo 2020 venne contrattato Mariano Soso, tecnico semi sconosciuto a cui venne fatto firmare un contratto di due anni. A causa della pandemia ha diretto la squadra solo per 10 partite senza peraltro affrontare nessuna squadra di alto livello. Il suo ruolino di marcia recita attualmente: 4 vittorie, 4 pareggi e 2 sconfitte. Il rendimento pari al 53% è stato il migliore degli ultimi tempi ma le poche idee di gioco dimostrate finora e l’eliminazione dalla Copa Diego Armando Maradona (nonostante il girone molto alla portata) hanno fatto aumentare in maniera esponenziale le critiche verso il DT, che ora sembra veramente sull’orlo del baratro.

Mariano Soso

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Il 2020 del San Lorenzo de Almagro

Sebbene molti di noi lo vorrebbero dimenticare in fretta, questo 2020 sarà inevitabilmente uno degli anno più ricordati a causa delle vicissitudini legate al Covid-19 che hanno coinvolto praticamente chiunque. Ovviamente anche il mondo del calcio ha subito delle conseguenze pesantissime, in particolare il futbol argentino è rimasto fermo per molti mesi e le partite giocate sono state davvero poche. In ogni caso vi lasciamo un nostro piccolo riassunto di quanto accaduto a Boedo e dintorni in questo sfortunato 2020.

L’anno è iniziato con la conferma di Diego Monarriz al timone della squadra dopo i buoni risultati raggiunti nelle ultime partite del 2019, tra cui la vittoria per 1-0 al Monumental contro il River Plate con il gran gol del “Tanque” Gaich.

Sul fronte mercato di gennaio, si registrano molte cessioni a partire da quelle di alcuni referentes dall’ingaggio pesantecome il capitano e goleador Nico Blandi (accasatosi al Colo Colo), il talentuoso volante Fernando Belluschi passato a parametro zero al Lanus e l’ex Inter, Ruben Botta ceduto al Defensa y Justicia.

Alla voce acquisti troviamo due ritorni: quello di Fernando “el Mono” Monetti (portiere agile e bravo con i piedi) ma soprattutto quello di Nacho Piatti che fu uno dei protagonisti della storica vittoria della Copa Libertadores 2014. Inoltre segnaliamo le incorporazioni di alcuni giocatori di esperienza come il difensore Alejandro “el Flaco” Donatti (dichiaratosi tifoso cuervo), il volante Diego “Torito” Rodriguez e dell’attaccante rapido Nicolas “Uvita” Fernandez.

Le prime partite dell’anno, che corrispondono alle ultime giornate del campionato 2019-20 trascorrono senza infamia e senza lode anche se a livello di gioco non si vedono grandi miglioramenti e l’operato del DT viene presto messo in discussione.

A metà febbraio accade il fattaccio di Cordoba (già citato nell’articolo sui gemelli Romero) seguito dalla sconfitta casalinga contro il Racing. La situazione divenuta insostenibile costringe Monarriz a dare le dimissioni e a tornare al suo incarico nella squadra riserve.

A questo punto la squadra viene affidata al trio formato dalle vecchie glorie del club “Pipi” Romagnoli e “Beto” Acosta e dall’ex portiere Hugo Tocalli. Con questo strano terzetto alla guida, il San Lorenzo rialza la testa e porta a casa due belle vittorie contro Aldosivi e Lanus.

Siamo ormai a metà marzo quando viene disputata la prima giornata della Copa de la Superliga, che termina con una vittoria a domicilio contro il Patronato (gol da centrocampo di Oscar Romero). Sarà questa l’unica partita del torneo che viene immediatamente bloccato (e mai più ripreso) a causa delle restrizioni per il Covid-19.

Proprio in quei giorni la dirigenza ufficializza l’accordo con il giovane DT Mariano Soso che si trova quindi nella stranissima situazione di allenatore di una squadra che non conosce personalmente.

La situazione nazionale a livello di Covid non migliora e il futbol rimarrà fermo fino a primavera inoltrata.

A maggio Marcelo Tinelli assume la presidenza della neonata Liga Profesional che sostituisce la defunta Superliga Argentina.

Sul finire di giugno ci saluta un altro dei referentes del equipo. Si tratta dell’ex capitano della Fiorentina Gonzalo Rodriguez, che era ritornato a Boedo dopo la lunga esperienza europea e che decide di appendere gli scarpini al chiodo in pieno lockdown. Prodotto del vivaioazulgrana, nei suoi due periodi al San Lorenzo ha giocato 118 partite segnando 9 gol e vincendo la Copa Sudamericana 2002.

Nel frattempo in Europa il calcio giocato riprende il suo corso pur tra mille restrizioni e protocolli e con esso ricominciano le voci di mercato. In casa San Lorenzo il nodo da sciogliere riguarda la possibile cessione di Adolfo Gaich, attaccante potente che si era messo in mostra prima del lockdown la cui clausola è di 15 milioni di dollari. Si parla dell’interesse di molte squadre tra cui l’Inter che lo vorrebbe per sostituire Lautaro sarebbe diretto verso Barcellona. La storia recente del San Lorenzo è caratterizzata da cessioni di giocatori importanti a cifre modiche quindi non c’è da stupirsi se si parla di possibili sconti sul prezzo del giovane bomber. I retroscena e le indiscrezioni si inseguono ma alla fine “el Tanque” finisce addirittura in Russia al CSKA Mosca per circa 8,5 milioni di euro più una percentuale sulla plusvalenza futura. Nonostante noi siamo particolarmente d’accordo con il prezzo di vendita, molti tra i tifosi sono addirittura contenti in quando rispetto al solito si è “venduto bene” un giocatore che doveva ancora dimostrare di essere un vero “crack”.

Gaich seduto su un tanque azulgrana a Mosca: ha cambiato la squadra ma non i colori

Sul fronte della vuelta a Boedo, il popolo azulgrana sta lottando e manifestando affinché la legislatura porteña approvi la Ley de Rezonificacion che permetta la costruzione del nuovo stadio in Avenida La Plata. La legge è stata approvata in primo grado, mancano ancora alcuni passaggi ma almeno sembra che le acque inizino a muoversi.

Per rivedere una partita vera in Argentina dobbiamo aspettare addirittura fino al 30 ottobre quando comincia la Copa de la Superliga (ribattezzata Copa Diego Armando Maradona) caratterizzata da un formato abbastanza cervellotico.

Il nuovo San Lorenzo di Soso parte benino restando imbattuto nella prima fase mostrando bel gioco solo a tratti ed accontentandosi spesso di pareggi a reti inviolate.

Oltre ai gemelli Romero, si fanno notare alcuni giovani promesse del vivaio come il centrale difensivo Gattoni e gli attaccanti Mariano Peralta Bauer ed Alexander “el Tanque” Diaz.

I problemi cominciano nella fase successiva. Sebbene sulla carta il gruppo B sembri facile, le partite contro Talleres (sconfitta casalinga) e Colon (pareggio in extremis dopo aver subito la rimonta) complicano notevolmente la situazione. La colpa principale imputata all’allenatore è quella di aver preferito l’esperto centravanti di manovra (ma di pochi gol) Franco Di Santo (ex Chelsea e Schalke) ai giovani Diaz e Peralta Bauer.

La terza partita, a Tucuman contro l’Atletico, è quindi già decisiva: in caso di sconfitta o pareggio addio sogni di gloria. Il caso vuole che Di Santo venga contagiato dal Covid e che in attacco venga schierato Alexander Diaz.

La partita inizia subito bene con il rigore guadagnato da Diaz (guarda caso) e trasformato da Angel Romero, ma nel secondo tempo ci pensa “el tucu” Salazar a combinare la frittata: già ammonito si lancia a barrer (in scivolata)fuori tempo e guadagna la doccia anticipata. Come se non bastasse, sulla punizione seguente arriva il pareggio dei padroni di casa.

A questo punto la situazione sembra davvero nefasta ma a sacar las papas del fuego ci pensa inaspettatamente Nicolas “Uvita” Fernandez, attaccante rapidissimo e pungente lanciato nella mischia da Soso dopo 10 mesi fermo per infortunio ai legamenti del ginocchio.

Suo il gol del 2-1 con un zurdazo cruzado e l’assist per la corsa in campo aperto di Juan Ramirez che fulmina “el laucha” Lucchetti fissando il 3-1 finale.

Uvita Fernandez festeggia il ritorno al gol 10 mesi dopo l’infortunio ai legamenti del ginocchio

Ora per accedere alla finale bisogna vincere le due partite restanti sperando in un pareggio tra Talleres e Banfield o in una vittoria del Talleres che però poi dovrebbe perdere punti con il Colon già eliminato. Insomma, c’è da vincere e sperare ma l’importante è che siamo ancora vivi e finché c’è (u)vita c’è speranza!

Vamos Ciclon!

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Los mellizos Romero: i gemelli Derrick del Paraguay

Probabilmente avrete già sentito parlare dei gemelli Óscar e Ángel Romero, rispettivamente trequartista e seconda punta del San Lorenzo e della nazionale Paraguaya.

Si tratta di due giocatori in grado di fare la differenza tanto nel club quanto con la seleccion grazie alle loro caratteristiche tecniche al di sopra della media. 

Sbarcati a Boedo tra l’euforia generale a metà del 2019 rispettivamente dallo Shanghai Shenhua e dal Corinthians furono presentati con un video in cui venivano paragonati ai gemelli Derrick di Holly e Benji (Hermanos Korioto nella versione sudamericana). Grazie al grande sforzo economico del club presieduto da Marcelo Tinelli, Ángel ed Óscar hanno finalmente coronato il loro sogno di tornare a giocare nella stessa squadra dopo gli inizi al Cerro Porteño (guarda caso il Ciclón paraguayo).

Se Óscar in passato aveva vestito la maglia del Racing ed era quindi già conosciuto dai tifosi argentini, lo stesso non si poteva dire di Ángel che è stato una vera e propria sorpresa per i tifosi cuervos già dalle prime uscite, nelle quali mostrava grande tecnica nel dribbling stretto, velocità e freddezza in area di rigore. Le abilità tecniche di Oscar (visione di gioco, dribbling, passaggi filtranti e tiro dalla distanza) sono invece emerse in un secondo momento, dopo un piccolo periodo di ambientamento dovuto forse agli anni passati in Oriente.

Nonostante il lungo periodo di stop legato all’emergenza Covid, è innegabile che i gemelli Romero si siano calati perfettamente nella parte di “Top Player” del San Lorenzo convincendo con le loro prestazioni sul campo anche i tifosi più scettici che li accusavano di auto-considerarsi delle ‘super star’, prima ancora di aver dimostrato di poter essere i trascinatori della squadra sul campo. Inoltre, con il loro stipendio fuori dai parametri del calcio argentino per qualsiasi squadra che non sia Boca o River, erano anche accusati di togliere preziose risorse al club in un periodo così complicato a livello economico (anche se inspiegabilmente pare che il più pagato tra i giocatori in rosa sia il terzino destro ex-Catania Gino Peruzzi).

In realtà i problemi del ‘Romeroteam’ (come si fanno chiamare su Twitter e Instagram) nascono da alcuni episodi ambigui che hanno offerto alla stampa e alle tv opportunità per sollevare polveroni mediatici, incendiando i social e generando polemiche tra i tifosi.

Uno dei punti chiave di queste vicende è il fatto che i ‘mellizos’ siano intimamente legati tra loro e tendano spesso a difendersi a vicenda, sia dentro che fuori dal campo. Seppur comprensibile, questo atteggiamento da ‘squadra a se stante’ ha rischiato di farli isolare dal resto dei compagni. Circolavano voci qualche tempo fa (ma piuttosto inverosimili) secondo le quali avevano preteso e ottenuto uno spogliatoio privato, separato da quello degli altri giocatori. Naturalmente, a prescindere dalla veridicità, furono messi di nuovo alla gogna mediatica.

Durante poi la partita con il Talleres a Cordoba dell’anno scorso pare che Ángel si fosse rifiutato di rientrare in campo nella ripresa dopo aver appreso che il tecnico, il traghettatore Monarriz, aveva preso la decisione di sostituire suo fratello, nonostante il cambio fosse giustificato dalla necessità di modificare l’assetto della squadra, rimasta da poco in inferiorità numerica.

La polemica rientrava dopo qualche giorno solo dopo l’esonero di Monarriz. Altri misteriosi episodi hanno poi fatto seguito come il tira e molla sul ritorno in Argentina durante il lockdown (quando i gemelli avevano invece preso la decisione di rimanere in Paraguay con la famiglia) o la frattura al perone subita dal compagno “Yacaré” Marcelo Herrera dopo un intervento al limite di Ángel in una partitella di allenamento. Anche in questo caso le grandi polemiche si spegnevano in poco tempo grazie ad una visita congiunta con relativa foto social dei due fratelli a casa dello sfortunato Herrera.

L’ultimo episodio della serie è molto fresco, dato che risale a giovedì notte e vede protagonista ancora Ángel. Il giocatore, dopo aver segnato il rigore del momentaneo 1-0 sull’Argentina alla Bombonera, ha causato il grave infortunio al centrocampista ex River Exequiel Palacios attualmente in forza al Bayer Leverkusen.

Saremo forse di parte ma, sinceramente, analizzando la dinamica dell’azione non ce la sentiamo di affermare che l’intervento con il ginocchio sulla schiena dell’avversario fosse davvero volontario. Ciononostante, i giornali hanno colto la palla al balzo per creare la “solita” polemica accusando Ángel di aver voluto vendicare il fallo subito dal fratello Óscar da Exe Palacios durante un River-San Lorenzo di fine 2019. Ovviamente hanno subito sottolineato la recidività di Ángel (che a loro modo di vedere tanto “ángel” non è), andando a ripescare l’episodio con Herrera (del quale tra l’altro non ci sono immagini).

Insomma, nel bene o nel male i due gemelli Romero sono sempre al centro dell’attenzione mediatica dividendo spesso i tifosi in ‘favorevoli’ e ‘contrari’, ma quello che più ci importa è che continuino a fare magie in campo visto che, numeri alla mano, hanno partecipato segnando o fornendo assist a 9 degli ultimi 14 gol della squadra (esclusi gli ultimi 4 rifilati all’Aldosivi dato che non hanno partecipato alla trasferta a causa dell’impegno con la nazionale).

In pratica, ci accontentiamo di continuare a vedere cose come queste:

Gol de Oscar vs Aldosivi
Gol da centrocampo di Oscar
Gol de Angel vs Estudiantes

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San Lorenzo: barrio, pasión y carnaval

Vuelve el fútbol argentino, e noi ne approfittiamo per iniziare questo blog del hincha de San Lorenzo.

Voi vi chiederete “Por qué San Lorenzo?” Porque San Lorenzo es barrio, es carnaval, es pasión.

Ma andiamo con ordine: el barrio, il quartiere. San Lorenzo de Almagro quindi il quartiere dovrebbe essere Almagro… e invece no, el barrio es Boedo. Già, perché nel 1908 quando è stato fondato il club, Boedo non aveva ancora lo status di “barrio” ma apparteneva al quartiere Almagro. Il successivo aumento demografico permise a Boedo di diventare un quartiere a sé ma ormai il nome della squadra era stato deciso: Club Atlético San Lorenzo de Almagro (abbreviato CASLA). Questa particolarità, unita al fatto che lo stadio sia attualmente situato in un altro quartiere (Bajo Flores), origina un’infinità di sfottò sul fatto che il San Lorenzo non abbia un proprio quartiere. Una vera e propria assurdità dato che tra tutte le squadre del calcio argentino, il San Lorenzo è forse quella legata in maniera più viscerale al quartiere in cui venne fondato da alcuni ragazzini agli inizi del ‘900. Se poi andiamo a ripassare la storia degli altri club principali notiamo che molti hanno avuto degli spostamenti dal quartiere iniziale a quello attuale (ad esempio il River venne fondato a La Boca ma attualmente gioca a Nuñez) o comunque durante la propria storia hanno giocato in altri quartieri o località (ad esempio il Boca ha giocato a Wilde). In ogni caso lasciamoli parlare… “nos dicen sin barrio pero somos el club con más barrio del universo”.

El carnaval, il carnevale inteso in senso più ampio come festa, allegria e la voglia di saltare e cantare tutti insieme nel pre partita a ritmo di tamburi sotto la popular local del Nuevo Gasómetro. Proprio i video dei cori inventati partendo dal ritmo delle hit più famose del momento sono diventati virali e sono stati interpretati (o copiati) dalle tifoserie delle squadre di mezzo mondo.

Parlando invece di carnevale nel senso più classico, i tifosi più avanti con gli anni ricordano ancora con una certa nostalgia i famosi “Carnavales de Avenida La Plata” durante i quali lo stadio “Viejo Gasometro” diventava il centro dei festeggiamenti ospitando spesso i concerti di cantanti famosi.

La pasión, la passione è probabilmente la caratteristica principale del hincha argentino e quindi anche de los cuervos (così sono soprannominati i tifosi del San Lorenzo). La passione lega in maniera indissolubile il tifoso alla sua squadra del cuore. La pasión è il sentimento che permette al tifoso di fare qualunque locura per la sua squadra come ad esempio vendere la propria auto per pagarsi il viaggio in Marocco per assistere al Mondiale per club 2014 o al contrario farsi una scappata dall’Europa al Nuevo gasometro per vedere dal vivo la tanto desiderata finale di Copa Libertadores di quello stesso anno. La pasion è quella de los cuervos che vivono nell’exterior ossia fuori dall’Argentina e che spesso scelgono di passare la notte in bianco per vedere in streaming una partita di Copa Sudamericana contro un’improbabile squadra ecuadoriana. Noi siamo parte di questi ultimi, dei matti che vivono in Europa ma hanno il cuore a Boedo.

Somos Cuervos, No traten de entender esta locura / Porque ser de San Lorenzo es muy diferente,

Este sentimiento, nadie lo comprende. /  Que no tiene explicación, eso es verdad, 

Cada vez te quiero mas, / y siempre yo voy a estar presente, 

Este sentimiento es verdadero, / Ciclón te amo, sin vos me muero.

Di Loren_cuervo


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