Il River cede a Tinelli: giocherà le partite interne ad Avellaneda

Situazione caotica tra River Plate e Liga AFA dopo la bocciatura di far giocare le partite interne della Banda nel centro di allenamenti del River Camp. Alla fine D’Onofrio sceglie la cancha dell’Independiente, ma le polemiche non si placano. La diatriba ha radici profonde di qualche mese. Ripercorriamo la storia dall’inizio.

Che tra River Plate e Asociacion Futbol Argentina (AFA) non ci sia una grande sintonia è ormai assodato da anni e riconosciuto da tutti. E’ da quest’anno, grazie alla rielezione del presidente Tapia che il buon Chiqui ha convinto il presidente del Millo D’Onofrio a sedersi nella grande tavola di Ezeiza come vicepresidente. Si pensava ad un inizio di convivenza pacifica, almeno nel breve periodo, ma nessuno poteva immaginare che quel Marcelo Tinelli (Liga Profesional), supportato proprio da D’Onofrio anni fa nella famosa elezione federale ’38 a 38′, avrebbe dato filo da torcere alla Banda.

Tutto inizia nei giorni della fine. Il 14 marzo 2020, all’inizio dell’emergenza pandemia in Argentina, il River Plate emette un comunicato nel quale mostra la volontà di non giocare la partita interna della Copa della Superliga, perchè non sussistono le condizioni di sicurezza per gli atleti. Pochi giorni prima infatti emerge il primo caso di Covid-19 in un ragazzo delle giovanili mentre in Europa tutti i maggiori campionati si stanno fermando. La posizione del River viene condivisa anche da altri giocatori di altre squadre e anche dal nemico storico Maradona, creando di conseguenza un dibattito interno. Giocare o rifiutarsi di fronte alla pandemia?

La Superliga (allora esisteva quella di Liga) del presidente provvisorio Tinelli, infuriata per l’atteggiamento insubordinato, minacciava penalizzazioni per l’ammutinamento . “In questo momento incerto del nostro futbol non ci dovrebbero essere decisioni personali che provochino allarmismo generale.” Così recitava una delle righe del comunicato della Superliga Argentina. I fatti poi avrebbero dato ragione al River dopo la chiusura anticipata della stagione, soli pochi giorni dopo, a causa dell’aumento della curva contagi da COVID-19.

Passiamo ad agosto 2020. La dirigenza River annuncia l’inizio immediato di lavori importanti al Monumental per la sostituzione del manto erboso e la realizzazone di altre opere, con fine dei lavori prevista per febbraio 2021. Sorge una domanda: dove giocherà la squadra di Gallardo le partite interne di Libertadores, che intando è ripresa? Dopo vari sondaggi si sceglie la cancha dell’Independiente, a norma Conmebol. E per il campionato ? River Camp. O almeno così si pensa, dopotutto le norme AFA sono meno rigide di quelle delle confederazione sudamericana.

Passano i giorni, mesi e si arriva al 27 ottobre, quando cioè la stessa Liga straccia di punto in bianco il contratto per la trasmissione delle partite in Argentina, nientemeno che con ESPN Sports, l’emittente a pagamento che trasmette anche la Libertadores. Boca e River rimangono spiazzate dalla decisione e tramite un comunicato congiunto (momento storico) ripudiano la scelta, a loro dire scellerata di escludere il broadcaster. Il peso politico delle due squadre più famose d’Argentine è enorme dato che detengono la stragrande maggioranza dei tifosi nel Paese.

Data la situazione arroventata, arriva l’ambasciata del presidente Tapia che il giorno dopo (28/10) convoca Ameal (Boca) e D’Onofrio (River) nel suo studio per una riunione chiarificatrice. Dopotutto la pace può convenire a tutte le parti in causa: all’AFA, che avrebbe il merito di ricomporre la frattura; al River, con l’assicurazione di poter giocare al River Camp risparmiando un pà di soldi di affitto; e al Boca, con l’assicurazione di qualche partita in più della Seleccion alla Bombonera. In serata arriva l’ufficializzazione delle sedi delle eliminatorie della Nazionale di Scaloni: 13/11 Argentina vs Paraguay, guarda caso alla Bombonera, casa Boca. Il giorno dopo Lo stesso Tapia visita il River Camp, elargendo benedizioni a fedeli e a strutture: Il River potrà giocare (sembra) nel proprio centro di allenamento le partite interne.

Sembra fatta. Quando all’improvviso sabato 30/10, a quasi 24 ore dal debutto River in casa, e dopo che sono state montate tutte le strutture per la tv al River Camp, la Liga di Tinelli decide di non concedere l’autorizzazione di far giocare il Millo nel predio. ‘La struttura di allenamento non si addice per un club importante e storico come il River Plate’ La società dovrà indicare lo stadio dove intenderà giocare entro 4 ore‘ si legge. La situazione precipita e sua volta il Millonarios emette un comunicato rivolgendosi direttamente a Tapia affinchè si prenda in carico la delicata questione, e in fretta. Tinelli a sua volta riemette un’altra nota per far slittare la partita di due giorni e la proroga della scelta dello stadio per altre 24 ore.

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La Liga boccia il River Camp. Il giorno prima della partita.

Ora, non vogliamo scegliere da che parte stare, perchè comprendiamo l’esistenza di una ruggine in fondo a tutto questo. Liga e River non vanno d’accordo e non c’è Tapia che tenga per sanare la situazione. Quello che facciamo fatica a comprendere è come sia possibile che si aspetti 220 giorni del pronunciamento sulla confermità del campo, 24 ore prima che River giochi in casa. Probabilmente non ci dovremo stupire perchè tutto questo è da tradizione argentina, eppure..

Alla fine il River cede. Giocherà le sue partite interne della Copa Liga Profesional (come per la Copa Libertadores) al Libertadores de America de Avellaneda. Set vinto dalla la Liga quindi, ma la partita si preannuncia ancora molto lunga.


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