Crespo e Defensa y Justicia: che trionfo in Copa Sudamericana!

Finale senza storie tra Defensa e Lanus. I gialloverdi ottengono il primo titolo nella loro giovane storia. Non pervenuto il Lanus.

Quando l’albitro emette il fischio finale fa una favore a tutte e due le squadre. Per il Defensa, che finalmente può festeggiare il primo titolo; per il Lanus, che accorcia quella maledetta angoscia durata novantaquatto minuti. Il Defensa y Justicia da ieri entra negli almanacchi conquistando il primo trofeo della sua giovane storia, e lo fa alla grande vincendo nientemeno che il seconda copa più importante del Sudamerica: La Copa Sudamericana.

Nella finale argentina di Cordoba i coriandoli che volano a centrocampo sono gialloverdi, quelli granata sono stati riposti altrove, nel cassetto dei ricordi da dimenticare al più presto. La targa che viene fissata alla Copa recita ‘Defensa y Justicia, Argentina‘, segno tangibile che il sogno è diventato realtà. La cenerentola della Primera si prende la scena continentale e aggiunge la prima stella nello scudo del club. Meritatamente.

Braian Romero risulterà determinante come al solito, come pure Pizzini, Frias e tutti i suoi compagni. La vittoria è di squadra, sempre unita e determinata a conquistare l’ultimo tassello della sua grande cavalcata continentale. E il punto discriminante è propio questo: Il Defensa lotta per vincere, il Lanus no.

LANUS. Se la vigilia poteva far pensare ad una gara combattuta, equilibrata e magari cruenta, la realtà mostra l’esatto contrario. Il Lanus non entra mai in campo. Gli undici titolari che scendono in campo in realtà sono fantasmi, brutte copie, troppo brutti per essere veri. Manca totalmente il Granate e lo fa nella sua partita più importante. Dopo aver eliminato abbastanza nettamente avversaro ostici come San Paolo, Independiente e Velez, tra gli altri, sembrava normale amministrazione per i ragazzi di Zubeldia caricare il programma e pigiare il tasto ‘play’. Ma ieri, nel momento cruciale, il sistema è andato in corto circuito, bruciato, senza alcuna possibilità di ripristino.

Il Lanus scendeva in campo con la stessa convinzione di sempre, o almeno così si pensava. Possesso palla e riproposizioni veloci e soprattutto il saper sfruttare un’arma della squadra fin lì alleato di Zubeldia: i calci da fermo. Almeno questa era l’idea. Sand e Orsini lottavano nel deserto, De la Vega e Vera apparivano inconsistenti, come del resto tutta la squadra. La capitolazione arrivava nel secondo tempo, quando, nonostante la buona volontà, la manovra della squadra non riusciva a creare tre passaggi di fila. First reaction: Shock. La resa delle armi diventava purtroppo inevitabile.

DEFENSA Y JUSTICIA. Tutt’altra storia per il Defensa, sempre attento e costruttivo nella sua manovra intelligente. Non salgono tutti in avanti i giocatori come ‘cavallette’ come succedeva qualche anno fa. No, si nota una versione upgradata nel gioco Halcon. C’è una matutrità lampante che evidentemente è stata insegnata ed educata nei giovani giocatori, e non è neanche difficile capire da chi. Hernan Crespo ha il merito di ripartire dopo quel brutto 21 ottobre 2020. Quel giorno si materializzava l’eliminazione dalla Libertadores al 91° minuto per opera di quel Santos, ora finalista. El Valdanito riparte da lì, da quella depressione collettiva che aveva fatto sbandare l’equipo nelle partite successive. I ragazzi e il mister si siedono negli spogliatoi, si guardano negli occhi e si impegnano per un nuovo giuramento: giocare ogni partita in Sudamericana come se fosse una finale.

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Da lì, la squadra si ritrasforma, con la Copa Diego Maradona che diventa allenamento per puntare tutto sulla gloria più grande. Mentalità vincente anche quando subisce; un identità di gioco sempre presente; un attacco devastante grazie alle sovrapposizioni di elementi estranei al reparto offensivo; maturità nel leggere le varie situazioni di gioco fondamentale per l’interpretazione della partita. E si potrebbe andare avanti per ore nel cantar le lodi a questa squadra, forgiata a immagine del direttore d’orchestra.

Nella finale tutti gli ingranaggi del Defensa scattano alla perfezione, con una possesso palla che sfiora il 65%. Il Lanus non gioca, attende, cosa, poi non si saprà mai. Pizzini, Romero e Bou davanti fanno il panico quando giocano di prima. Nel secondo tempo arriva pure il regalo granate nel retropassaggio errato di Perez e allora il sogno inizia a diventare realtà. Se poi Delgado, il veterano, reduce della promozione del 2014, sigilla il 3-0 definitivo allora ci si può emozionare davvero.

Sarebbe però riduttivo dare tutti i meriti all’attuale Dt per l’ascesa di questa squadra. La corsa verso limiti inimmaginabili a Florecio Varela inizia qualche tempo prima quando nel 2014 arriva per la prima volta nel massimo campionato argentino. La programmazione e la lungimiranza del presidente Lemme fanno della squadra una vera e propria mina vagante nelle competizioni che partecipa, con giovani ragazzini semisconosciuti. Prima il prof Holan indica la strada da percorrere e poi l’avvento dell’ambizioso (e giovane) Beccacece fa decollare letteralmente il club verso traguardi insperati. Nel 2017 ecco la prima partecipazione alla Copa Sudamericana, come pure per i successivi due anni. La lotta per il titolo de Primera contro il Racing è quello step che da consapevolezza all’ambiente interno, corroborato da una programmazione seria e da un progetto tecnico adeguato. Mariano Soso dirige la squadra alla prima partecipazione alla Libertadores 2020 ma è grazie a Hernan Crespo che il sogno si avvera. E’ il Valdanito che compie il miracolo grazie alla sua caparbietà e contagioso carisma nel suo primo trionfo da allenatore.

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Sono più i meriti del Defensa o i demeriti del Lanus? Tutte e due le cose. L’Halcon vince meritatamente (e senza bisogno del Var) una prova di forza talmente devastante che viene ammessa anche dagli stessi avversari. Nei pressi del Tito Tomaghello piangono di gioia, sconvolti, esterefatti che la loro piccola squadra sia diventata Campeon de la Copa Sudamericana. Merito di Crespo, merito dei giocatori, merito della magia di un sogno chiamato futbol. A Florencio Varela. Dove tutto è possibile, dove anche le utopie diventano realtà.


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Lanus vs Defensa y Justicia: que final de Sudamericana 2020!

Partitissima a tinte argentine quella che ci aspetta questa sera nella finalissima tutta inedita di Copa Sudamericana. Chi alzerà la Copa tra il Grana e l’Halcon?

Terminata la Copa Maradona rimane da giocare l’ultimo imperdibile appuntamento per il calcio sudamericano e argentino: la diciannovesima finale di Copa Sudamericana, edizione 2020, che vedrà opporsi Lanus e Defensa y Justicia. Si giocherà in Argentina, al Kempes di Cordoba, per un’inedita finale completamente a tinte albicelestes.

Inedita perchè mai prima d’ora due squadre argentine si erano sono trovate una contro l’altra (ad eccezion fatta di Boca e River in Libertadores 2018) nel contendersi una finale Conmebol e per giunta ospitata nello stesso Paese (primato assoluto).

LANÚS. Il Lanús si appresta a vivere la sua sesta finale continentale e la sua settima finale internazionale se includiamo anche la Suruga Bank Cup 2014. Nella bacheca il Granate può vantare una Copa CONMEBOL 1996 e una Coppa Sudamericana del 2013. È stato altresì finalista nella Copa CONMEBOL 1997, nella Recopa Sudamericana 2014, nella Suruga Bank 2014 e nella Copa Libertadores 2017.

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Nel cammino verso la finale l’equipo di Zubeldia ha affrontato grandissime sfide e la finale di sabato sarà il terzo derby consecutivo che disputerà il granate, dopo aver eliminato Independiente e Velez rispettivamente ai quarti e in semifinale. Si tranquillamente dire che Luis Zubeldia abbia fatto un miracolo dal momento del suo arrivo al Lanus nel 2018, al posto del deludente Ezequiel Carboni. All’epoca infatti il Granate era una squadra a pezzi e stagnava stabilmente nei bassifondi della Superliga. Il suo apporto è risultato fondamentale, riuscendo ad accompagnare l’institución dalla zona retrocessione alla finale Sudamericana in soli due anni. La valorizzazione del vivaio è stata la strategia vincente della società, risultando vincente, oltre ai risultati ottenuti, determinante per il rafforzamento di peso politico del club nelle serie giovanili inferiori.

Il punto di forza dei ragazzi di Zubeldia è il mix letale tra i giovani, su tutti De La Vega, ma anche Orozco e Bernabei, e i “vecchi”, Burdisso e Pepe Sand che metteranno la loro esperienza al servizio della squadra. E’ proprio il veterano Sand l’uomo più pericoloso del Grana, la sua fame di gol non ha eguali.

In questa torneo la compagine del sur ha ottenuto quattro vittorie e un pareggio nelle sue ultime cinque partite con il risultato strabiliante di 13 gol fatti e 3 subiti. È l’attacco la caratteristica fondamentale del Granate con Orsini e Sand i maggiori interpreti delle marcature con 10 gol totali (6+4) e 4 assist (2+2) ma anche la difesa, giovanissima, partendo dal portiere Lautaro Morales, classe ‘99.

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Il cammino alla finale delle due squadre

DEFENSA Y JUSTICIA. il discorso cambia per il Defensa y Justicia, alla ribalta nelle competizioni Conmebol solamente nei recenti tre anni, con sole 28 partite giocate nel subcontinente: 22 in Copa Sudamericana e 6 in Libertadores. Nessun titolo vinto per l’equipo di Florencio Varela (sia nazionale che internazionale); raggiunge oggi con la finale continental il vertice più alto della sua storia calcistica.

Nella corsa alla finale il Defensa ha avuto un cammino altrettanto impegnativo in cui ha dimostrato di meritarsi la finale. È alla sua quarta partecipazione al torneo e ci arriva dopo esser arrivato terzo nel suo gruppo Libertadores. Retrocesso, è stato ripescato in questa Copa Sudamericana e ci arriva da imbattuto, forte delle cinque vittorie e tre pareggi ottenuti fino ad ora. Crespo è il grande artefice dell’impresa riuscendo a compattare un gruppo in confusione dopo l’addio del Dt Mariano Soso. El Valdanito è riuscito ricreare lo spogliatoio, dar fiducia ai numerosi giovani in squadra e in seguito donare un’identità di gioco a dir poco devastante. Anche per lui è il punto più alto della sua giovane carriera da allenatore.

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Nel Defensa Y Justicia troviamo il capocannoniere della competizione, quel Braian Romero in testa alla speciale classifica con nove reti e autentico trascinatore nella semifinale contro il Coquimbo Unido. Poggia su di lui l’attacco degli Halcon dato che i marcatori successivi sono Pizzini/Bou a un solo gol. Romero, oltre che trionfare nella classifica capocannonieri potrebbe entrare nella storia all-time della Sudamericana. Sono solo due i giocatori nella storia che sono riusciti a segnare più di 10 gol nella stessa edizione: i cileni Eduardo Vargas (11, Universidad de Chile, 2011) e Humberto Suazo (10, Colo-Colo, 2006). Ma mentre Vargas e Suazo hanno impiegato 12 partite per arrivare al record, Braian è riuscito a realizzare i suoi nove gol in solamente 8 partite. Crespo in definitiva farà particolare affidamento al proprio gioco sempre verticale e alla coppia d’attacco in forma strepitosa: la panterita Bou ad agire tra le linee e Braian Romero come terminale offensivo, autore di una splendida e decisiva tripletta nella semifinale di ritorno.

Partita speculare o gara aperta? Chi preparerà il piano gara più efficace e riuscirà a leggere meglio le situazioni che mano a mano si presenteranno, la spunterà. Ci attende dunque una bella partita tra due squadre sempre propositive e votate all’attacco, in una storica finale argentina in terra argentina.

¿Que pedir más muchachos?

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I bomber Sand e Romero: chi alzerà la copa?

Probabili formazioni:

Entrambi gli allenatori si presentano all’appuntamento più importante della loro stagione con la rosa al completo, ad eccezion fatta per Lautaro Acosta (Lanús), escluso dalla finale per squalifica, ma comunque al seguito della squadra per supportare il gruppo.

Lanús (4-4-2)Lautaro Morales; Braian Aguirre, Guillermo Burdisso, Alexis Pérez, Alexandro Bernabei; José Gómez/Franco Orozco, Facundo Quignon, Tomás Belmonte, Pedro De la Vega; Nicolás Orsini, José Sand. Dt: Luis Zubeldía.

Defensa y Justicia (4-3-3)Ezequiel Unsain; Emanuel Brítez, Adonis Frías, Héctor Martínez, Rafael Delgado; Enzo Fernández, Valentín Larralde, Eugenio Isnaldo; Francisco Pizzini, Braian Romero, Walter Bou. Dt: Hernán Crespo.


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Addio Licha Lopez, idolo carismatico del Racing

Mesi terribili al Racing Club de Avellaneda, affettivamente parlando. Dopo il recente addio di Diego Milito arriva anche quello (atteso) del Licha Lopez. Che non trattiene le lacrime.

Momenti commoventi ieri al predio Tita Matussi nell’ultima conferencia di Lisandro ‘Licha’ Lopez. Il capitano di mille battaglie saluta i tifosi e annuncia il suo addio dal Racing. Non si ritita dal futbol el Licha, consapevole, che il club si prepara una rivoluzione dell’anno zero dopo l’arrivo del nuovo Ds Capria (al posto di Diego Milito) e del nuovo allenatore Pizzi (al Posto di Beccacece, dimessosi per fedeltà al Principe). Lisandro farà le valigie e andrà a ‘svernare’ nell’Atlanta United, convinto dal suo grande amico e coach della squadra, el ‘gringo’ Heinze.

Lacrime e commozione. Questi i due elementi principali della conferencia de prensa. Lisandro non trattiene le lacrime e non potrebbe essere altrimenti: lascia il club del suo cuore dove è cresciuto da ragazzino, calcisticamente e umanamente parlando, e dove ha debuttato nel calcio professionistico. Oggi per lui è davvero un giorno difficile da vivere.

LISANDRO ‘LICHA’ LOPEZ: “Come già annunciato ieri, oggi sono qui per annunciare il mio addio al Racing. Per concludere la mia seconda tappa all’istitucion, dopo cinque anni meravigliosi, con momenti spettacolari e altri difficili, ma comunque orgogliosi.

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“Ho pensato davvero a lungo su questo, ma dietro questa sofferta decisione c’è un esaurimento fisico e soprattutto, mentale. Ho deciso di concludere questa tappa al club. In questi cinque anni ho dato davvero tutto, quello che avevo e quello che potevo, oggi però si conclude quest’avventura. Sono qui per annunciarlo e per ringraziare. Ho sempre preso un impegno al 100% e ho sempre preteso un impegno al 100% da me stesso e dai miei compagni. Oggi non sono più in grado di garantire questo dovere e se non posso darlo, non posso nemmeno pretenderlo dai miei compagni. Ecco perché oggi annuncio il mio ritiro dal club, ha detto el Licha. “Sento che non posso impegnarmi come prima, come mi è sempre piaciuto fare, Soprattutto dal punto di vista mentale. Non posso proprio dire cosa farò del mio futuro, perché non abbandono, ma sarebbe irrispettoso parlare qui di un altro club.

“La partenza di Diego (Milito, ndr) non ha niente a che vedere con questa decisione, già ne parlavo con lui, con Víctor (Blanco, presidente) e con alcuni compagni di squadra. Tutto quello che posso dire ai tifosi è grazie” dice il capitano. “Come vedo il Racing? Vedo il club impeccabile su tutti i punti di vista. Questo è un club spettacolare, solido, dalla dirigenza alle serie inferiori. Ha un gruppo di giocatori ineguagliabili, almeno dal punto di vista della mia esperienza di giocatore.

“Ritornare al Racing un giorno? Perchè no? Non ci ho pensato ma tutto può essere. Magari in un altro ruolo, non come allenatore. La mia porta sarà sempre aperta se un domani ci sarà un interessamento della società, che coinciderà con i miei piani, non lo escludo affatto “.

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“Ai tifosi, più che grazie, non riesco a pensare a nient’altro. ‘Parlavo’ sempre con loro, rappresentandoli nel campo, il modo migliore per farlo. Li ringrazio dal più profondo del mio cuore, ho dato loro tutto me stesso.”

Oggi per me non è un giorno triste, perché parto con grande tranquillità e dopo aver lasciato tutto … “, e si commuove. “Sono venuto qui per realizzare un sogno, me ne vado grato e soddisfatto “, ha detto tra le lacrime.” Mi mancherà non venire più qui e non allenarmi e giocare, è così. Sono grato e felice di aver trascorso questi cinque anni nel club della mia vita, giovedì sarò qui a salutare tutti i miei compagni, uno per uno. Addio.”

El Licha Lopez ‘nasce’ calcisticamente al Racing dove fa tutta la trafila nelle giovanili, fino al giorno del suo debutto in Primera Division il 14 giugno 2003. Dopo 26 gol in 71 presenze arriva la chiamata del Porto (2005) dove si fa apprezzare per le sue qualità e dove, nella stagione 2007/08, diventa il capocannoniere della Liga portoghese. Dopo aver vinto, grazie anche alla genialità del mister Ferreira, 4 Campionati portoghesi consecutivi, 2 coppe del Portogallo e 1 Supercoppa portoghese, passa al Lione dove rimane per 3 anni e dove, con la direzione di Claude Puel, vince 1 Coppa di Francia e 1 Supercoppa francese. Dopo le brevi parentesi in Qatar col Al-Gharafa e in Brasile con l’Inter de Porto Alegre, ritorna al Racing Club nel 2016, undici anni dopo il suo addio.

“Vengo para cumplir mi sueño de salir campeón con esta camiseta” disse al suo ritorno ad Avellaneda e puntualmente nel 2018/19 conquista la Primera nella Superliga argentina e della Copa de La Superliga -la copa di lega-, sotto la guida dell’amico dt Chacho Coudet. El Licha Lopez è stato la bandiera del club, il punto di riferimento calcistico e umano di compagni, dell’Istituccion e dei tifosi. Un leader carismatico, impossibile da sostituire. Con l’addio di Milito e Lopez a distanza di pochi mesi, termina il periodo horribilis del tifoso Racing. Un difficile compito ora attende la dirigenza (appena rieletta) del Racing Club di Avellaneda.

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Hasta siempre grande Licha!


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Ecco la nuova Copa Diego Maradona 2021. Col Var

Tra poco meno di un mese di nuovo la Copa Maradona con una novità: l’introduzione del Var!

Ripartirà il 14 febbraio la nuova edizione della Copa Diego Armando Maradona. Dopo aver superato in maniera dignitosa l’ostacolo covid-19 (nessuna partita rinviata), la Liga Profesional annuncia ufficialmente il la nuova Copa, versione 2021.

Campeonato de Primera o Copa Nacional? Questa è la domanda legittima che ci si dovrebbe porre, visto e considerato la fallace comunicazione dei massimi vertici argentini, non sempre così trasparente. Ebbene la Copa Maradona continuerà ad essere una Copa Nacional, in attesa della Primera Division in programma ad Agosto. Dovremo convivere a grandi cambiamenti, iniziando -a prepararci psicologicamente- all’introduzione del Var sotto la gestione dell’AFA, che ‘sconvolgerà’ e non poco l’approccio sempre pacato del tifoso medio argentino.. E questo sarà un cambiamento epocale. Aumenteranno le squadre partecipanti, si arriverà così a 26 equipos dopo la recente promozione dalla B Nacional del Sarmiento de Junin e in attesa di scoprire la seconda neopromossa, secondo la linea tracciata dal presidente federale Tapia, per un futuro chiamato ’28 squadre’. La Copa Maradona inizierà il 14 febbraio e terminerà il 9 maggio, appena un mese prima dell’appuntamento della Copa America ospitata in Colombia e Argentina.

(DiarioOlé)

Le 26 squadre si battaglieranno secondo il format della copa Maradona appena trascorsa: 2 gruppi da 13 squadre, le quali si affronteranno tra loro in gara unica con la novità dell’introduzione di una giornata speciale dedicata ai clasicos (interzonal). Alla fine della prima fase si qualificheranno la prime quattro di ogni girone, andando così a giocare i successivi quarti e le successive fasi in campo neutro e in gara unica.

(DiarioOlé)

Da questo torneo saranno calcolatii cosiddetti ‘promedio‘ ovvero le medie matematiche per la retrocessione che verrano ripresi in considerazione dall’anno prossimo. Anche quest’anno quindi non ci saranno retrocessioni.

La novità ‘epocale’ nel calcio argentino sarà, come già detto, l’introduzione del VAR, omologato e approvato dalla federazione argentina. Sì preannunciano quindi grandi cambiamenti nel 2021, storici. Il futbol argentino si avvia all’ennesima rivoluzione, quella della tecnologia, per rimanere al passo col resto del mondo.

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Per conto nostro rinnoviamo l’appello ai maggiori broadcaster televisivi affinché si facciano avanti per l’acquisto dei diritti TV, per rendere visibile anche in Italia ‘el futbol más pasiónal del Mundo’.


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Il Boca è campeón della Copa Maradona. Ma che fatica!

Il Boca vince la Copa Diego Maradona ai rigori: è la 70^ stella.

Scrivere di Banfield-Boca equivale raccontare fondamentalmente due partite. La prima dal 1’ al 87’ e l’altra, molto più interessante, dal 87’’ al 96’.

Iniziamo dalla prima. La Copa Diego Maradona di per sè equivale a una copa nacional che si avvicina a una comune copa di lega. Niente di eclatante dunque, fa solo numero in bacheca. Nel contesto attuale era divenuta però trofeo da conquistare a tutti i costi in casa Xeneize dopo la clamorosa debacle Boca appena cinque giorni fa. Vincerla equivaleva ‘sistemare’ la questione poco piacevole venitesi a creare con i tifosi, furibondi dopo la vergognosa prestazione in Libertadores. Ne conseguiva una sorta di pressione ulteriore per l’equipo di Russo, già sotto la lente di ingrandimento da parte di Riquelme e soci.

Tevez, il capitano, nel frattempo era in guerra con sè stesso. Dare l’esempio ai compagni compiendo il dovere di conquistare di guidare la squadra o rimanere al capezzale del padre, ormai segnato dal destino? Sono infatti giorni difficili per ‘el viejo‘ di Carlos, costretto a contare le ore di vita che ancora gli rimangono. Che fare allora? Carlitos sceglieva la via di mezzo: rimanere il più possibile vicino al papà, partendo alla volta di San Juan nel giorno stesso della partita. Solo per qualche ora.

Russo, il Dt, al centro delle polemiche, dichiaratosi unico responsabile della clamorosa ‘derrota‘, optava per un turnover ‘leggero’ contro la sorpresa del Banfield. Giocava così quel Cardona tanto invocato nella ‘noche de copas’ da tutti i tifosi Boca ma anche da tutti quelli possidenti di un minimo di cognizione calcistica. La genialità, la fantasia nella recente partita chiave era stata relegata in panchina. Imperdonabile.

E proprio ‘Caradona‘ a conferma di quanto detto, dopo un primo tempo soporifero da parte dei due ‘equipos’ -e l’orario italiano non aiutava-, prendeva per mano la squadra e indicava con un destro da antologia la via da seguire con un tiro che bucava la rete, scatenando nei social la gioia più irrefrenabile dei ‘bosteros‘, di nuovo di buon umore.

Il Banfield (sì, giocava anche il taladro in finale) fino a prima abbastanza anonimo, diventava di colpo gran protagonista della seconda partita, quella della roulette russa. Si iniziava con il suicidio -un classico- del Boca, che restava in 10 dopo il doppio giallo rifilato a Más (87’) e dopo l’infortunio al Pulpo Gonzalez (90’) nonostante fosse entrato 20 minuti prima e nonostante i cambi esauriti. Dieci minuti di passione, in 11 contro 9, il Taladro iniziava a premere con insistenza, annusando l’odore del sangue della preda. E al 96’, come in una sceneggiatura thriller, ecco la beffa. Testa di Lollo verso il secondo palo, con Andrada, che poteva solo raccogliere la palla in fondo al sacco. Sconcerto tra i giocatori azul oro al fischio finale, increduli di essersi lasciati sfuggire un’altra ghiotta occasione.

Si andava ai rigori con un po’ di pathos, ma in fondo con la consapevolezza che lassù Diego si fosse solo voluto divertire un po’ di più. Quando il ‘verdeJorge Rodríguez scheggiava la parte superiore della traversa, potevano iniziare i festeggiamenti, in tono minore, per la conquista della Copa e del 70º trofeo nazionale del club. Se poi anche un Tevez, finalmente col sorriso, si lasciava andare alla battuta “Abbiamo giocato tutti bene tranne Buffa” (Buffarini) con risate collettive annesse, allora era segno che la pace era di nuovo tornata alla República de la Boca. Felicitaziones Campeónes!


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Banfield vs Boca: chi alzerà la Copa Maradona?

Nel Estadio Bicentenario di San Juan, Boca Juniors e Banfield scendono in campo nella finalissima della Copa Diego Maradona.

Diversi umori animeranno questa notte le due squadre finaliste: il Boca deve voltare pagina al più presto e dimenticare la dolorosa eliminazione dalla Copa Libertadores di qualche giorno fa; il Banfield deve solamente giocare una delle qualsiasi ultime dieci partite per accedere alla prossima Copa Libertadores dalla porta principale, a conclusione di questo semestre fantastico di Copa Maradona.

Molti saranno i fattori che incideranno su questa finalissima, non ultimo, i giorni di riposo. Il Taladro arriva a questo appuntamento dopo una settimana abbondante di allenamenti specifici mirati a questa finale; il Boca ha giocato in Brasile appena mercoledì scorso, bisognerà recuperare in fretta la condizione fisica e mentale per approcciare al meglio l’insidiosa partita dopo la depressione post Obsesion.

Meglio di così non potrebbe arrivare a questa partita il Banfield, che sta andando col vento in poppa in questa ripresa del futbol argentino. Tutto merito dell’encomiabile lavoro del dt Sanguinetti che nella normalità quotidiana, senza troppi clamori, ha saputo integrare in prima squadra un’intera nuova generazione dal futuro promettente, tutta proveniente dalla cantera, dal quel vivaio dove le compagini argentine devono per forza coltivare per sopravvivere alla drammatica crisi economica. Programmazione, coraggio e umiltà stanno riportando l’entusiasmo al Florencio Sola, grazie a giocatori determinanti come Bravo, Galoppo, Fontana, Cuero e Urzi, rappresentanti più virtuosi di una rivoluzione quanto mai silenziosa.

Tutt’altro clima al Boca dopo il nuovo spargimento di sangue in Libertadores, che ha lasciato più di qualche malumore tra i tifosi dopo la sconcertante mancanza di attaccamento alla maglia vista col Santos. La parola d’ordine è perentoria dai piani alti di Bradsen 805: vincere.

La mancanza di un centravanti che faccia davvero la differenza e le mancate alternative sulle fascie laterali sono un problema che il club si porta avanti da tempo. E quando sarebbe disponibile Abila, l’unico centravanti ‘presentabile’, il Dt cambia i piani e gli preferisce quel Soldano, a tutt’oggi oggetto misterioso. Come se non bastasse Tevez sta vivendo una delle prove più dure della sua vita a fianco di suo padre, in precarie condizioni di salute.

C’è da resettare la testa al più presto e concentrarsi su quest’impegno. Non sarà di certo la Libertadores ma è pur sempre una Copa importante da aggiungere in bacheca, per giunta, intitolata a Diego Maradona, un idolo simbolo del pueblo bosteros considerando il legame indissolubile esistente. Bisognerà considerare anche l’approccio del Boca alle finali, a dir poco deludenti. La controprova della necessità xeneize di vincere a tutti i costo è porgersi la domanda al contrario: cosa succederebbe se il Boca Juniors non riuscisse a conquistare nenche la Copa di Lega?

Due stati d’animo del tutto differenti si incontreranno questa notte alle 02:10 ora italiana per sollevare l’ultimo trofeo del 2020. I bookmakers danno favorito il Boca per la vittoria finale, ed è giusto che sia così considerando il valore tecnico, ma per la vittoria finale conteranno la fame e le motivazioni per riuscire a sollevare quella Copa, dal nome un pò troppo ingombrante per farsela sfuggire.


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Tra veleni e spie, stanotte in campo c’è Crespo e il cuore del Defensa

Stanotte in palio la storia. Chi andrà in finale tra Defe e Coquimbo?

Altro appuntamento di gran futbol stanotte nella semifinale di ritorno della copa Sudamericana tra Defensa y Justicia e Coquimbo Unido. Si riparte dal deludente 0-0 dell’andata, ma si riparte soprattutto dai veleni che contraddistinsero quei giorni frenetici che portarono allo svolgimento dell’andata in campo neutro, ad Asuncion.

Che tra argentini e cileni non scorra troppo buon sangue è un fatto largamente risaputo. E naturalmente quando c’è di mezzo il futbol la situazione non può far altro che degenerare. Se una settimana fa ci si districava tra azioni diplomatiche, chiusure aeroporti, giocatori positivi/negavitizzati e richieste di vittoria a tavolino, ora la controversia del momento presente riguarderebbe nientemeno che lo spionaggio calcistico.

Nello stadio dell’Estudiantes de Caseros, dove il Coquimbo si allena, è successo ieri un fatto curioso che subito è balzato alle cronache dei media locali. Un uomo avrebbe filmato l’allenamento preparatorio dei cileni con una telecamera, in una cabina dello stadio, prima della sfida contro il Defensa. Questa la denuncia del ds Coquimbo Pablo Morales: “C’era un uomo, già presente con la delegazione dell’Halcon in Cile e Paraguay che ha registrato con una telecamera la nostra pratica atletica in una cabina dello stadio. E’ stata informata immediatamente la Conmebol e ci auguriamo che possa essere emessa una relazione disciplinare al riguardo. Era lì il delegato alla sicurezza e ha tenuto conto dei precedenti. Ci dispiace molto di questi fatti”.

La verità, a prescindere alla veridicità o meno dell’accusa è che il clima per questa partita ha raggiunto picchi altissimi. È abbastanza normale il verificarsi di questi episodi, considerando la posta in gioco, una semifinale, e il luogo, il Sudamerica, da sempre alle prese con continue situazioni extra calcistiche.

Parlando della partita, quella di questa notte risulterà storica un una delle due squadre. Mai prima d’ora nella historia dei due equipos ci si era spinti tanto in là nelle competizioni continentali. È record assoluto per entrambe le compagini. Il Defensa è favorito al passaggio turno sia per la qualita superiore nell’organico, che per il fattore ‘casa’. È probabile che nonostante le porte chiuse, tifosi arrivino al di fuori dello stadio ‘alientando’ l’equipo.

Per Crespo sarebbe la prima grande occasione da allenatore (tra l’altro si vocifera un suo possibile approdo alla panchina Independiente). Hernán tira dritto, pensando solo ed esclusivamente alla partita: “Siamo questi e rimaniamo questi, daremo il tutto per tutto di ciò che abbiamo nella partita di stasera.”

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Per il Valdanito sarebbe magico approdare in una finale di Copa Sudamericana ospitata in Argentina (Cordoba), contro una squadra argentina (Lanus).

Appuntamento quindi a stanotte, ore 00:30 con la diretta DAZN per tifare tutti Hernán e halcones.

Vamos Defe que enamora, vamos a la final!


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Rosario Central-Velez, la finale della ‘Complementacion’

Stanotte in scena Rosario Central e Velez per la finale del gruppo ‘Complementacion’ della Copa Diego Maradona.

Questa notte l’atto finale del gruppo ‘perdenti’ della Coppa Maradona. Rosario Central e Velez, squadre vincitrici del proprio girone, si affronteranno nel campo neutro del Bicentenario de San Juan per conquistare un posto nella Copa Sudamericana 2022. O meglio, per vincere e qualificarsi alla finale successiva, da giocarsi contro la perdente dell’altra finale tra Boca e Banfield.

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Ma come ci arrivano a questo appuntamento le due squadre? Il Central, guidato dal Kily Gonzalez sta avendo un buon semestre dopo la deludente Superliga scorsa, quando il Canalla iniziò al meglio il campeonato per poi perdersi nella seconda parte finale. Schema equilibrato, un 4-4-2 / 4-3-1-2, el Kily ha avuto buoni risultati nella seconda fase della ‘Diego Maradona’ sia a livello di punti e sia, più specificatamente, a livello di prestazioni di attacco e difesa. Davanti il giovane Marinelli sta sbocciando a suon di gol, coadiuvato dagli esperti Gamba e Vecchio spesso nel tabellino marcatori. Dietro Laso, Almada e Novaretti (ex Lazio) stanno disputando un ottimo semestre, dimostrando una buona sicurezza.

Ritornando alla partita col Velez, Gonzalez dovrà fare a meno, causa COVID, del prezioso Villagra, Zabala e Pissano, ma recupererà il titolari Laso, Marinelli e Rinaudo (ex Catania). Il Central è ufficialmente qualificato per la prossima Copa Sudamericana 2021, si cerca la partecipazione a quella dell’anno successivo.

Rosario Central (4-4-2): Miño; Martínez, Almada, Laso, Blanco; Ojeda, Rinaudo, Ferreyra, Vecchio; Marinelli, Gamba.

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Nella stagione di transizione, il Velez non sta sfigurando affatto. Eliminata sì, dalla semifinale di copa Sudamericana dal Lanus, il Fortin sta cercando di fare buon viso a cattivo gioco. Della squadra spettacolare dell’anno scorso se ne sono andati: Gago e Cubero (ritirati), Robertone, Dominguez, Maxi Romero, Cufré, nonchè el Gringo Heinze. Una vera e propria rifondazione e nonostante Almada, Gianetti e Centurion siano rimasti in squadra, ci vorrà ancora del tempo. Il centrale Abram e il bomber Tarragona non saranno della partita, probabile debutto nel secondo tempo del figlio di mister Pellegrino, Mateo, 19 anni, indicato da molti addetti ai lavori come prospetto interessante, dal bagaglio molto tecnico. Il Velez è già qualificato per la Libertadores del 2021. Per il Velez è l’occasione per dimenticare più in fretta la recente scottante eliminazione continentale.

Vélez (4-2-3-1) : Hoyos; Tomás Guidara, Gianetti, Brizuela, Ortega; Galdames, Mancuello; Centurión, Almada, Janson; Lucero.


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Polveriera San Lorenzo

La situazione a Boedo si evolve di giorno in giorno. Non ci si annoia mai seguendo il San Lorenzo .

Come avevamo già anticipato, Mariano Soso non è più l’allenatore del San Lorenzo. Il tecnico ha presentato le dimissioni dopo la sconfitta di domenica sera per 4-1 in casa del Banfield.

L’ultima partita ha lasciato pesantissimi strascichi nello spogliatoio azulgrana. Al termine dei 90′ i gemelli Romero hanno infatti abbandonato lo stadio in un’auto privata e non con il pullman della squadra. Secondo i media argentini ci sarebbe stata una lite pesante con alcuni compagni di squadra, in particolare con il portiere Monetti negli spogliatoi. Tutto sarebbe iniziato durante la partita quando Angel Romero avrebbe avuto un diverbio per questioni tattiche con lo stesso Monetti e Gattoni. Successivamente, mentre le squadre abbandonavano il terreno di gioco, sarebbero volati alcuni insulti e poi, una volta negli spogliatoi, la situazione sarebbe degenerata e Monetti avrebbe colpito con uno schiaffo Oscar Romero. A quel punto, Soso avrebbe cercato di separare i giocatori e calmare gli animi. I Romero avrebbero poi lasciato immediatamente lo stadio del sud del conurbano Bonaerense.

el Mono Monetti

A gettare ulteriore benzina sul fuoco ci ha pensato Nacho Piatti che, durante un intervento a ESPN F90, non si è fatto problemi nel descrivere lo spogliatoio del Ciclon come una vera polveriera: da una parte ci sarebbero “los referentes” ossia i veterani del club come ad esempio Fabricio Coloccini e lo stesso Piatti insieme ai giovani compagni di squadra, dall’altra ci sarebbero invece i fratelli Romero. Secondo Nacho, i due paraguaiani godrebbero di un trattamento speciale da parte del club con vari privilegi come ad esempio la possibilità di avere il fisioterapista personale presente durante le sedute di allenamento. I vari tentativi fatti dai compagni per integrarli nel gruppo non avrebbero avuto esito positivo e gli stessi Romero si sarebbero così auto isolati nel loro mondo privilegiato. Tra le altre cose, Piatti ha fatto notare che durante le partite i due fratelli cerchino sempre di passarsi la palla tra di loro pregiudicando così il gioco di squadra. A dimostrazione di ciò, la miglior partita della squadra di Soso è stata a Mar del Plata contro l’Aldosivi (vittoria 4-1) quando i Romero erano impegnati con la Nazionale Paraguaiana.

L’autostima dei due gemelli sarebbe così alta da averli portati ad offrire un premio in denaro ai compagni in caso di vittoria delle partite.

Il principale responsabile di tali atteggiamenti sarebbe in realtà il presidente Marcelo Tinelli che sarebbe il principale protettore de “los mellizos”. Lo stesso Tinelli è stato bersagliato da Piatti a causa del trattamento ricevuto dall’ex giocatore del Montreal Impact che è stato scaricato dal Club il 23 dicembre con una raccomandata nella quale gli veniva comunicata la risoluzione anticipata del contratto (il 31 dicembre 2020 invece che il 30 giugno 2022). La motivazione è stata attribuita allo stipendio troppo oneroso per le casse del San Lorenzo (peccato che il contratto sia stato fatto firmare dallo stesso Tinelli meno di un anno fa).

Un Piatti visibilmente infastidito ha criticato duramente il presidente per non averlo nemmeno chiamato per spiegare o per cercare di sistemare la situazione prima di mandargli la lettera di licenziamento.

Insomma, la situazione al momento è veramente complicata sia all’interno dello spogliatoio che a livello societario. Per l’allenatore è corsa a due tra Nestor “Pipo” Gorosito (ex giocatore e idolo del San Lorenzo negli anni ‘90 che ha vinto la Copa de la SuperLiga 2019 con il Tigre) e l’attuale DT dell’Argentinos jr. Diego Dabove. Dalle ultime notizie pare che la dirigenza abbia raggiunto un accordo con quest’ultimo che però deve prima sistemare la sua situazione con il club de La Paternal.

di Loren_cuervo


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Tre schiaffi al Boca: è addio alla Libertadores

Nella notte debacle (3-0) senza attenuanti per la squadra di Miguel Russo che esce meritatamente dalla Copa. Rimane la delusione di non averci neanche provato.

Resa totale. Il Boca esce dalla Copa Libertadores nella maniera peggiore, senza nemmeno lottare. Dovevano essere 90’ di pura garra, concentrazione e determinazione per riuscire a segnare quel gol che avrebbe cambiato radicalmente il discorso qualificazione. Niente di tutto questo.

Inesistenti, inconsistenti, senza nervo, è inexplicable quello visto stanotte. Se ieri il River ci faceva sognare con 90’ di puro futbol, il Boca Juniors ci faceva tornare sulla Terra senza paracadute. E dire che al ritorno dei quarti col Racing ci eravamo illusi, ammirando finalmente undici guerrieri col coltello tra i denti, desiderosi di dar la vita in campo per quella Copa tanto sognata.

E invece il sogno da questa notte rimane tale. Il Boca a San Paolo affonda letteralmente perdendo la bussola (incluso Fabra) e rischiando l’imbarcata finale. Le prospettive di un’approdo in finale c’erano tutte alla vigilia, a partire dal capitano Tevez, con quella voglia di riuscire a conquistare la Libertadores dopo l’ultima di 14 anni fa. Si naufragava invece nel mare della depressione e della disperazione, frutto dell’atteggiamento del tutto incomprensibile e di una manovra di gioco mai come questa notte così sterile. Non è facile capirne i motivi, se cercarli sull’identità di squadra, mai troppo convincente e spesso affidata ai singoli o trovarla nella partita in sè, nata male e finita peggio.

Il Xeneize gioca infatti i suoi più brutti 90 minuti dell’inizio della competizione, dilapidando tutto ciò di buono visto finora. E non stiamo parlando delle riserve, parliamo di un Salvio apatico, di un pulpo Gonzalez e Campuzano irriconoscibili e umiliati a centrocampo; di Tévez mai pericoloso, di un Villa col freno a mano tirato. La preoccupazione è totale, di squadra, difficile salvare qualcuno, anzi impossibile. Il Boca è rimasto a Buenos Aires con la testa e con le gambe. E’ stato uno spettacolo indegno dopo le attese spasmodiche della vigilia, una vergogna non provare a impostare neanche un’azione degna di tal nome. Un blackout totale che si traduceva in campo in goffi tentativi di azioni, raffazzonati e imbarazzanti, totalmente inadatti per competere in una competizione come la Libertadores.

Non sappiamo cosa sia davvero successo alla squadra ma non c’è troppo tempo per piangersi addosso. Russo deve resettare al più presto l’equipo per l’altra finale, quella di sabato notte nella Copa Maradona contro il Banfield, squadra fiera e solida. Non ci si giocherà la Primera o la Libertadores ma il rischio di un’altra imbarcata ora è reale.


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A 90′ dalla finale, vamos Boca!

Stanotte seconda semifinale di Libertadores tra Santos e Boca. Chi vince trova il Palmeiras in finale.

Continua l’Obsesion Boca per un sogno chiamato finale. E continua necessariamente passando dal Brasile e più precisamente da San Paolo, E’ qui che la squadra di Miguel Russo proverà a staccare il biglietto per la finale del Maracanà di sabato 30 gennaio. Inutile dire che l’adrenalina sta iniziando a pompare a pieno regine nelle vene dei giocatore e hichas della ‘mitad mas uno‘.

Si parte dallo 0-0 dell’andata alla Bombonera quando uno scialbo Boca usciva dal campo con la consapevolezza di aver sprecato un’occasione. Qualche giorno dopo arrivava la qualificazione alla finale della Copa Maradona a margine di una prestazione finalmente convincente. E’ da queste basi che Russo vuol ripartire per riuscire ad approdare dopo 2 anni un sogno represso chiamato Copa Libertadores, troppo a lungo rincorsa. Di certo giocherà la squadra titolare con il Dt che recupera in extremis il mediano Campuzano, fulcro di tutte le giocate xeneize. In linea di massima sarà la stessa formazione dell’andata, con l’unico dubbio riguardante Pulpo Gonzalez/Capaldo a centrocampo. Occhio a Villa diffidato, a rischio squalifica per l’eventuale finale.

Di contro ci sarà un Santos che negli ultimi giorni è stato bersaglio di enormi polemiche dopo i due calciatori trovati positivi al COVID al termine della partita della Bombonera. Sono John, il portiere titolare e Wagner Leonard i positivi nel Santos, rimpatriati qualche giorno fa con un aereo sanitario in Brasile, naturalmente indisponibili per la semifinale.

Dicevamo, si parte dallo 0-0 ed è difficile dire chi ne abbia giovato all’andata, se il Boca, forte della porta imbattuta o il Santos, indenne dopo una trasferta insidiosa alla Bombonera. Di certo è che vedremo battaglia al Estadio Urbano Caldeira, a soli 90′ dalla finalissima decisiva, realizzando il fatto che non ci sarà il superclasico tanto temuto dagli Xeneizes. Da parte nostra un caldissimo Vamos Boca!

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Probabili formazioni:

Santos: João Paulo, Pará, Lucas Veríssimo, Luan Peres, Felipe Jonatan; Alison, Diego Pituca, Soteldo; Marinho, Kaio Jorge ,Lucas Braga/Sandry.

Boca: Andrada, Jara, Izquierdoz, Lopez, Fabra; Salvio, Gonzalez/Capaldo, Campuzano, Villa; Tevez, Villa; Soldano.


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Fase 2, Fecha 5: i verdetti della Copa Maradona

L’ultima giornata ha stabilito i verdetti della Copa Maradona: Boca e Banfield qualificati alla finale (domenica 17 gennaio) che assegnerà il torneo e garantirà un posto in Copa Libertadores, mentre la vincente tra Velez e Rosario Central si giocherà il posto in Copa Sudamericana contro la perdente della finale. Defensa y Justicia – Aldosivi si giocherà il 14 gennaio, per permettere alla squadra di Crespo di recuperare la semifinale di andata dei Copa Sudamericana contro i cileni del Coquimbo Unido, rinviata a causa della positività di alcuni calciatori argentini.

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ZONA CAMPEONATO A

River Plate – Independiente 0 – 2

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Nel momento cruciale della stagione la solidità del River ha incredibilmente abbandonato la squadra di Gallardo, che dopo la brutta sconfitta in semifinale di Copa Libertadores contro il Palmeiras, perde anche contro l’Independiente. Napoleon si è presentato al Florencio Sola con tutti gli effettivi a disposizione senza ricorrere ad un eccessivo turnover, contro un rojo in difficoltà e sempre alla ricerca d’identità.

Il piano gara sembrava essere il solito, con tanto possesso palla per logorare la tenuta difensiva avversaria e poi colpire al momento giusto. Al 24′ però l’Independiente sblocca il risultato con il golazo del giovane Alvarez, gran tiro dal limite dell’area, e si rende pericoloso in altre occasioni. Il River subisce il colpo e fatica a rispondere, incassando il secondo gol al 40′, sempre da Alvarez e con la complicità di Armani, che non legge bene la traiettoria del tiro e si fa superare. Nel secondo tempo i millonarios attaccano senza soluzione di continuità alla ricerca almeno del pareggio, senza tuttavia trovare il gol. Dopo diverse azioni pericolose sempre sventate dalla difesa avversaria, l’occasione più nitida è il palo colpito da Nacho Fernandez. Nel finale grande tensione e Gallardo espulso per proteste nei confronti del guardalinee.

A meno di una clamorosa rimonta in terra brasiliana in Copa Libertadores, la stagione del River si chiuderà senza nessun nuovo trofeo in bacheca, cosa non certo usuale per Gallardo. Anche quest’anno però, quando tutti davano per l’ennesima volta il suo ciclo finito, napoleon è riuscito a reinventare la propria squadra, trasformando quelle che venivano indicate come debolezze in punti di forza. Vedremo ora come si muoverà la società e se il muñeco rimarrà al timone della squadra o finalmente sbarcherà in Europa. L‘Independiente invece chiude con un’importante e inaspettata vittoria l’ennesima stagione travagliata, nella speranza che le mosse della società garantiscano un futuro più solido al glorioso club.

Argentinos Juniors – Boca Juniors 2 – 2

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La partita più attesa della zona campeonato A era senza dubbio quella tra il Boca, al quale bastava un punto per qualificarsi alla finale, e l’Argentinos che con una vittoria avrebbe scavalcato proprio gli xeneizes in vetta alla classifica.

Match dalle mille emozioni che non ha tradito le aspettative della vigilia, con il bicho per nulla intimorito e partito molto forte con il gol già al 9′ di Sosa. La squadra di Russo, rimaneggiata in vista del ritorno della semifinale di Copa Libertadores, è riuscita a pareggiare al 24′ con il ritorno al gol di Zarate, e ha sprecato malamente le chance di raddoppiare con Salvio, che ha sparato alto a porta vuota, e soprattutto con Abila, che al 42′ ha calciato alle stelle un calcio di rigore. Lo stesso Wanchope al 60′ è stato bravo a sfruttare un errore in impostazione di Ibarra, segnando la rete del raddoppio boquense. Il finale di partita è stato molto movimentato con la rete del pareggio di Vera all’87’ e l’espulsione nel lunghissimo recupero proprio di Ibarra, per aver reagito e colpito il guardalinee.

Il Boca con questa vittoria raggiunge il primo obiettivo stagionale, raggiungendo la finale di Copa Maradona del 17 gennaio e focalizzandosi ora sull’imminente ritorno di Libertadores con il Santos. La squadra di Russo non spicca per la qualità del proprio gioco, e anzi in questa stagione ci si aspettava qualcosa in più da questo punto di vista, ma lo spessore della rosa permette agli xeneizes di lottare sempre su tutti i fronti. Se dovessero arrivare la vittoria in Copa Maradona e in Copa Libertadores, si tratterebbe di uno storico doblete, non certo usuale nel futbol argentino.

Arsenal – Huracan 1 – 0

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Chiudono anche la loro buona stagione arse e globo, con una partita giocata a viso aperto, senza eccessivo tatticismo. A prevalere è la squadra di casa grazie al gol al 26’ di Baez, che dopo un lungo batti e ribatti in area riesce ad insaccare. Da segnalare per gli ospiti l’espulsione al 42’ di Cordero e la traversa colpita da Bonifacio, con un tiro dalla distanza che meritava sicuramente maggior fortuna.

ZONA CAMPEONATO B

Colon – Talleres 1 – 2

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La vittoria del Banfield vanifica la rincorsa alla finale della T, ma non ridimensiona la grandissima stagione disputata dai cordobesi. Anche al Cementerio de los Elefantes, sotto un diluvio incessante, la squadra di Medina è riuscita ad esprimere il proprio stile di gioco efficace, nonostante le condizioni proibitive del campo, e a portare a casa i tre punti. I gol decisivi sono stati segnati da Valoyes al 30’ e Tenaglia al 46’. Per i padroni ha accorciato le distanze Sandoval al 58’. In vista della prossima stagione sarà difficile trattenere i giocatori migliori, Pochettino su tutti, ma l’ottimo lavoro del DT potrebbe continuare a regalare soddisfazioni al Talleres.

Banfield – San Lorenzo 4 – 1

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Al Banfield serviva una vittoria per accedere alla finale della Copa Maradona contro il Boca, e vittoria è stata. L’equipo di Sanguinetti otteneva così un risultato impensabile ad inizio stagione, frutto di una seconda fase quasi perfetta.

Dopo un avvio di studio e senza eccesivi rischi vista la posta in palio, il taladro sbloccava la partita sul finale di primo tempo con il gol di Bordagaray e raddoppiava al 59’ con Fontana. Lo sterile possesso palla del cuervo portava un po’ a sorpresa al gol di Salazar al 64’, riaprendo di fatto un match mai in discussione. Ci pensavano infatti il golazo di Payero all’88’ e il gol di Alvarez nel recupero finale a chiudere definitivamente la partita e scatenare la gioia del Banfield.

In casa San Lorenzo a fine partita tensione alle stelle: duro battibecco negli spogliatoi tra Angel Romero e il portiere Monetti, con i gemelli Romero che non tornavano con il pullman della squadra. Lasciava l’incarico anche il DT Soso, aprendo così l’ennesimo totoallenatore nella recente storia del ciclon.

Gimnasia – Atletico Tucuman 0 – 1

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Al Bosque di La Plata partita equilibrata e con numerose occasioni, tra due squadre senza più obiettivi. Probabilmente il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto, ma a prevalere sogno gli ospiti grazie al gol, sugli sviluppi di calcio d’angolo, di Ortiz al 62’. Per i padroni di casa, che sfoggiavano una maglietta in memoria di Maradona, troppa imprecisione sottoporta che non ha permesso di sfruttare le buone occasioni create.

ZONA COMPLEMENTACION A

Union – Patronato 1 – 2

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La stagione dell’Union, dopo l’eliminazione dalla Copa Sudamericana, sembrava non presentare più obiettivi e invece il tatengue arrivava all’ultima giornata con la possibilità di qualificarsi alla finalina in caso di vittoria. La partita contro il derelitto Patronato sembrava alla portata dei ragazzi di Azconzabal, che infatti dominavano interamente l’incontro senza però riuscire nell’impresa. Al gol ospite siglato al 10′ da Canto, rispondeva al 13′ Diale, ma la sfortunata autorete di Calderon al 32′ chiudeva il primo tempo con il vantaggio del rojinegro. Nella ripresa i padroni di casa si riversavano in attacco alla ricerca dei tre punti, senza però capitalizzare le numerose occasioni create e vanificando così l’opportunità di giocarsi un posto in Copa Sudamericana.

Lanus – Rosario Central 2 – 0

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Finale di stagione lanciatissimo per il granate, che dopo la bella vittoria in semifinale di Copa Sudamericana in casa del Velez, trova ulteriori conferme dell’ottimo stato di forma nella partita contro le canallas. Il match è stato ben giocato da entrambe le squadre e molto equilibrato, deciso dalla maggiore efficacia degli attacchi del Lanus. Il DT Zubeldia, con un oculato turnover, ha lanciato dal primo minuto i giovani talenti del vivaio granata ottenendo grandi risposte dai suoi pibes: al 10′ gol di Orozco (19 anni) e raddoppio di Lopez (20 anni) al 29′. Nella ripresa i rosarini hanno aumentato la loro produzione offensiva, bloccati però dalle belle parate dell’arquero di casa. Questa sconfitta complica i piani del Rosario Central, che dovrà sperare in un passo falso del defe per qualificarsi alla finalina contro il Velez, che si giocherà il 16 gennaio.

ZONA COMPLEMENTACION B

Velez – Godoy Cruz 3 – 2

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Dopo la brutta sconfitta nella semifinale di andata di Copa Sudamericana contro il Lanus, il Velez riesce a qualificarsi alla finalina di Copa Maradona del 16 gennaio contro il Rosario Central, complice la sconfitta del Newell’s. Al Josè Amalfitani partita ricca di emozioni e di gol. In avvio botta e risposta tra le due squadre, con il gol al 10′ di Lucero, per il vantaggio dei padroni di casa, e pareggio al 13′ di Ojeda. Nel finale di frazione raddoppio del Velez, con il tiro di De La Fuente sfortunatamente deviato nella propria porta da Andrada. Anche nel secondo tempo gol in rapida successione: al 62′ nuovo pareggio del tomba con Gonzalez su rigore, mentre al 64′ il gol decisivo di Mulet, che garantisce vittoria e primo posto nel girone al fortin.

Racing – Newell’s 3 – 1

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L’avventura di Beccacece sulla panchina dell’academia si chiude con una bella vittoria ai danni del Newell’s, che si preclude così l’accesso alla finalina contro il Rosario Central (sarebbe stato un clasico infuocatissimo).

Dopo un avvio di studio tra le due squadre, la lepra passava in vantaggio al 29′ con il gol Palacios, ma l’academia ribaltava il risultato sul finire di primo tempo con la doppietta di Fertoli al 37′ e al 41′, che tagliava le gambe agli ospiti. Nella ripresa infatti gli attacchi dei rosarini risultavano troppo sterili per impensierire Arias, tranne l’incrocio colpito da Sforza con un gran tiro dal limite dell’area. All’83’ il gol del licha Lopez chiudeva definitivamente il match, lasciando l’amaro in bocca al Newell’s per la grande occasione sfumata.

In casa Racing si aprirà adesso il nuovo corso con l’arrivo del Ds Capria, che dovrà scegliere il successore di Beccacece: i candidati più probabili sono Crespo, Schelotto, Medina e Lavallen.

Estudiantes – Central Cordoba 1 – 2

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Al Estadio Hirschi-UNO di La Plata partita molto equilibrata che ha visto imporsi sobre la ora, come dicono in argentina, il Central Cordoba. Senza più obiettivi si è finalmente visto un Estudiantes propositivo e votato all’attacco, soprattutto nel primo tempo. Dopo appena 8′ infatti Cauteruccio ha sbloccato il risultato, e il pincha ha creato diverse buone occasioni senza però concretizzarle. Nella ripresa ha subito il ritorno dei rivali che hanno prima pareggiato al 61′ con Argañaraz e poi appunto chiuso il match nel recupero finale con il golazo dalla distanza di Vega.

FINALISSIMA: Si giocherà sabato notte, prossimo alle 02:10 ora italiana, la finalissima per il titolo BocaJuniors vs Banfield. In palio al vincitore anche un posto per la Libertadores 2021. Ancora da definire la ‘finalina’ del girone Complementacion.


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Il River vince, ma viene eliminato in semifinale. A testa altissima

Il River vince 2-0 in Brasile la semifinale di ritorno di Libertadores ma viene eliminato a fronte dello 0-3 subito all’andata. In finale ci va il Palmeiras.

Il River chiamato alla mission impossibile non delude le attese e sfodera un autentico partitazo all’Allianz Parque di San Paolo. Mai si era visto il River giocare una partita del genere, in grado di arrivare ad un soffio dal ribaltare un’inarrivabile 0-3 subito in casa. Tante occasioni sprecate, pali, decisioni arbitrali dubbie, è accaduto di tutto stanotte.

Gallardo decide di giocarsi la carta del 3-5-2 posizionando come esterni Angileri e Montiel, ed è la mossa giusta che fa letteralmente ammattire i terzini brasiliani. E’ un Millo dinamico, gagliardo e autentico padrone del campo quello si vede di fronte al Verdão. Dalle due catene esterne scaturisce linfa sempre zampillante, al centro Enzo Perez fa il lavoro sporco, con De la Cruz e il Nacho Fernandez che si adoperano da collanti alle due punte, Suarez e Borré.

Pressig assfissiante, recupero palla e ripartenza veloce, questo è il diktat di Gallardo per dar ‘vuelta’ alla serie. Il monologo della banda inizia ad essere recitato perfettamente da tutti gli undici giocatori, prima del brivido che scorre sulla schiena del Dt millonario, quando Armani, si riscatta della partita di andata, facendo il superman e sradicando letteralmente il pallone a Roni, lanciatissimo a rete. Dopo lo spavento, l’esecuzione della partitura assegnata dal Muñeco alla squadra, risulta magistrale per tutta la durata della partita.

Pochi credevano alla ‘notte epica‘. C’era l’illusion nei tifosi Millonarios ma nessuno credeva a una partita simile. Il primo tempo del River Plate infatti è un qualcosa di violentante, calcisticamente e psicologicamente parlando, un annichilimento totale in cui il Palmeiras sembra la squadra riserva con le casacche verdi. Prima Rojas e poi Borrè fanno i due terzi del lavoro in soli 45 minuti, segnando e arricchendo di speranza i cuori River. Gallardo ora se la ride, è in visibilio, tutti adesso credono che sia possibile. E come potevi dubitare se te l’aveva già detto Marcelo?

Il secondo tempo inizia come il primo, ma con una differenza. Probablemente gli dei del futbol, furiosi di cotanta bellezza e regalità calcistica decidono di scendere dall’Olimpo per scatenare la loro invidia funesta, incarnandosi nell’arbitro, colui che non a caso diventerà vero paradosso della partita. Il doppio giallo, immotivato, nei confronti di Rojas attenua momentaneamente la spinta albiroja, poi l’interferenza mistica prende totalmente il sopravvento e si accodano in maniera mai vista prima, episodi dubbi tra: gol annullati, rigori concessi poi revocati col Var, mancate doppie ammonizioni, clamorosamente, tutte a danno River.

La partita nella ripresa appare stregata per il River. Ogni qualvolta si accende il lume di avercela fatta puntualmente qualcuno ci soffia sopra. Accadrà per il gol annullato a Montiel, al rigore prima assegnato e poi clamorosamente negato a Suárez e al rigore molto dubbio al 100’ su Borré.

Non finirà bene la serata di Gallardo, ma non importa. Pur eliminato riuscirà nell’ intento di sconvolgere nuovamente tutti, avversari e amanti del futbol, con la sua identità calcistica a dir poco devastante.

“Devo congratularmi con la mia squadra, con i miei calciatori che mi hanno fatto sentire pienamente rappresentato e mi hanno commosso per il modo in cui hanno giocato. Mi hanno reso orgoglioso. È una sensazione molto piena che ho. Questi giocatori mi rendono orgoglioso e nobilitano la mia professione” dice il DT.

Il River è eliminato dalla Copa Libertadores per questione di attimi, pali, centimetri: questa volta il dover rifar le valigie per tornare a casa ha un sapore diverso. L’applicazione e la determinazione dimostrata hanno impressionato tutti e i protagonisti ne escono a testa altissima. Ora molti giocatori se ne andranno e ci sarà una nuova rifondazione della squadra. In finale ci andrà il Palmeiras, la squadra riserve, con la pettorina verde.


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Gallardo: “Voglio afferrare le possibilità che ancora ci rimangono”

Gallardo non si arrende e prova il tutto per tutto. Stanotte in programma la semifinale di ritorno Libertadores contro il Palmeiras. Chi vince va in finale al Maracaná.

È arrivato il giorno del giudizio per il River Plate. Stanotte sapremo se la squadra di Marcelo Gallardo riuscirà nell’impresa di recuperare tre gol al Palmeiras per qualificarsi alla prossima finale di Copa Libertadores. Il River arriva a questo importante appuntamento con il morale sotto i tacchi per le recenti sconfitte, determinate da inusuali e sfortunati errori individuali.

Ma Marcelo non demorde. Sa benissimo che questa è la partita più importante della stagione e nonostante tutto è il primo a credere che sia doveroso aggrapparsi alla speranza, attirando magari quella fortuna che da un po’ di tempo latita a Nuñez.

Ascoltiamo quindi le parole del Muñeco, pronunciate ieri in conferenza stampa ‘virtuale’ nella vigilia della partita contro il Palmeiras.

Marcelo Gallardo: “Chiaramente l’allenatore deve fare un’analisi generale alla squadra. Abbiamo giocato tante partite in pochissimo tempo e anche se non riesco a fare un bilancio generale delle ultime due, non possiamo giudicare quello che abbiamo fatto in questo semestre riducendo il tutto a queste ultime due partite. Dieci o quindici giorni fa l’opinione comune verso questa squadra era ben diversa. Abbiamo commesso degli errori che abbiamo pagato molto caro. Purtroppo in queste fasi quando si sbaglia, si nota molto di più. Adesso sembrerebbe che siamo un disastro, ma no, non lo siamo. Siamo una squadra che in queste due partite ha fatto errori e ora dobbiamo attraversare questa complicata situazione. “

ERRORI “Tutti commettiamo errori ma per giocare al River devi sapere come conviverci e come devi uscirne velocemente. Da allenatore devo fare un’analisi per capirne la causa, siamo una squadra che prende rischi e attacca sempre ma non bisogna crocifiggere chi sbaglia. Il Palmeiras ha approfittato del nostro infortunio e non hanno perdonato, trovando altre possibilità che noi abbiamo concesso. Alla fine è un risultato ingombrante perchè questo tipo di squadre non ti perdona niente, ma non c’è da fasciarsi la testa e non bisogna entrare in quella disperazione che ti fa pensare di essere una brutta squadra.”

RESET “Ci sono state tante critiche in questi giorni contro di noi ed è allora che io devo sedermi con il mio staff con i miei giocatori e dire loro che siamo qualcos’altro, perché non siamo arrivati alle semifinali per caso. Dobbiamo cancellare quello che è successo in queste ultime due partite e concentrarci su chi siamo veramente, sapendo di non avere molto margine di errore. Difenderemo per non subire gol e attaccheremo per segnare quei gol che necessitiamo. Ci aggrapperemo a questo, non c’è altro. Dobbiamo affrontare questa partita come una finale in cui non possiamo sbagliare.

ESTREMI “Questo è ancora il calcio e in questo sport conviviamo con virtù ed errori. Sono in un posto dove se vinci sei il migliore e se perdi sei un fallimento. Sono al River da più di sei anni e ho saputo convivere con situazioni favorevoli e sfavorevoli. Sono in un club ambizioso e in tutti questi anni ho imparato a non credere agli elogi eccessivi. Ho delle convinzioni, so da dove vengo, so come lavorano i miei giocatori e niente mi cambierà per un risultato negativo. Abbiamo fatto cose molto buone. Non è nella nostra mentalità giudicarci per i risultati.”

FIDUCIA Franco Armani giocherà sicuramente domani, non ha mai avuto dubbi. Non capisco perché deve essere in dubbio, è un portiere nazionale e ci ha regalato tante gioie. Tutti sbagliamo, ma quando lo fa un portiere si vede di più. Gli darò la tranquillità necessaria in modo che domani possa entrare con la sicurezza che ha sempre avuto. Questo è il calcio, tutto il tempo si convive con i successi e gli errori. Dopo la partita contro l’Independiente ho iniziato a lavorare per liberarci della negatività che ci era scivolata addosso, cercando di voltar pagina più velocemente possibile per le prossime partite. Chi ne esce più velocemente dagli errori diventa più forte. Io credo nella possibilità che il calcio ti offre, ogni partita è una nuova opportunità.”

DIFESA & ATTACCO “Vedremo domani come pianificheremo la partita, ho alcune idee per svilupparle, non ho ancora definito la squadra che scenderà in campo avrò bisogno di vedere come i giocatori si riprenderanno, perché abbiamo bisogno di persone fresche fisicamente e mentalmente. Dobbiamo fare una partita di solidità difensiva che possa tenere la casella dei gol subiti a zero. Queste due partite in cui non abbiamo segnato gol non sono state normali, dobbiamo migliorare l’efficienza nelle nostre occasioni se vogliamo avere delle possibilità. La partita si baserà su questi due aspetti: dobbiamo difendere e attaccare bene come squadra.

CONTINUITÀ “Adesso non è il momento per parlare della mia continuità al River. Quando la Copa Libertadores sarà terminata farò l’analisi che di solito faccio in modo più dettagliato, che mi dará motivi per continuare o meno, dovrò parlare con la mia testa circa il mio futuro.”

POSSIBILITÀ “Il calcio ti dà la possibilità di vivere una storia a sè e ogni partita è una storia diversa. Voglio tener duro. Per la possibilità che ci rimane, domani abbiamo una partita e dobbiamo provarci. Giocheremo contro un avversario difficile, uno dei candidati per la vittoria finale, recuperare un 3 a 0 non sarà facile ma voglio afferrare le possibilità che ancora ci rimangono. Sabato sera ho detto ai giocatori di digerire la sconfitta il più velocemente possibile e per domani di cambiare testa, perché non c’è tempo per restare in crisi, il calcio non ti da tempo. Chi sarà in grado di uscire velocemente dallo stato di delusione giocherà domani e chi non vede l’ora di voltare pagina, certamente ‘attirerà’ il risultato.”

MENTALITÀ “Se dobbiamo perdere sarà a causa di quello che siamo come squadra, mantenendo le nostre convinzioni di gioco senza snaturarci. Per questo invito i giocatori a pensare a tutto ciò che ci ha portato fin qui. Noi siamo questo e saremo determinati per giocare a modo nostro. Dobbiamo sentire che possiamo, e se lo sentiamo, potremo fare ciò che tanto desideriamo.”

Condottiero Napoleón, soprattutto nei momenti difficili Gallardo sa come tirar fuori il meglio dei propri giocatori. Questa è una delle sue sfide più grandi nella carriera di allenatore, se dovesse farcela compirebbe un vero e proprio miracolo calcistico.

Parlando della partita, il River dovrà fare a meno di Carrascal, espulso nella gara di andata. Al suo posto giocherà uno tra Paulo Diaz, Bruno Zuculini o Julián Alvarez. Non è da escludere un cambio modulo per l’occasione (3-5-2?). In dubbio Angileri, convocato, ma probabilmente andrà in panchina. L’unico diffidato del River è De La Cruz, in caso di giallo si perderebbe l’eventuale finale. Tutto pronto dunque per la notte ‘epica’ in quel di San Paolo, con una variabile che potrebbe condizionare ulteriormente la gara: la possibile presenza della pioggia.

Calcio d’inizio stanotte ore 01:30, diretta Dazn. Da parte nostra un sincero ‘in bocca al lupo’. Vamos River!


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Il River si elimina da solo: il Boca è la prima finalista della Copa Diego Maradona!

Nottata frizzante quella appena trascorsa in Argentina. Cambi continui di risultati e classifica tra Boca e River ma alla fine gioiscono Wanchope e compagni.

Il Boca Juniors accede alla finalissima della Copa Diego Maradona pareggiando 2-2 contro l’Argentinos Jrs a La Paternal. Basta il pari per gli uomini di Russo per eliminare il River e l’Argentinos nell’importante torneo nazionale.

A dire il vero non era iniziata bene la serata per gli azul oro, in svantaggio con il gol di Sosa dopo appena 10 minuti, ci pensava Zarate, in gol dopo più di un anno, a pareggiare subito il conto, sfruttando un geniale assist al bacio di Cardona. La squadra poi, sfiorava il vantaggio con un rigore, sbagliato però malamente da Wanchope Abila. In contemporanea, dalla radio arrivavano notizie clamorose: Il River perdeva 2-0 contro l’Independiente e si autoescludeva di fatto allo sprint finale. La doppietta della joyita Velasco e la ‘papera’ di Armani (la seconda in 4 giorni), qualificavano il Boca, che prendeva il largo con un gol di Abila nella ripresa, abile a scartare il portiere.

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Secondo tempo di grande maturità e spessore da parte di tutti i Xeneizes, sempre concentrati e desiderosi di centrare l’obiettivo della finale. Nel frattempo nella ripresa di Banfield, il River si riprendeva psicologicamente e iniziava a premere constantemente alla ricerca del gol, ma solo la sfortuna non permetteva alla Banda di segnare. Palo, interventi prodigiosi del portiere rojo e salvataggi sulla linea impedivano a Borré e soci di sbloccare il tabellino. I risultati, invariati fino al fischio finale, faceva iniziare la grande festa: il Boca è in finale! Dovrà così vedersela con una tra Banfield/Talleres/Gimnasia, che si giocheranno un posto nella notte italiana di domenica.

I Xeneizes confermano, con qualche momento di appannamento (mercoledì), la caparbietà e la resistenza mentale di riuscire a correre su tutti i fronti nonostanti gli sbandamenti e i numerosi impegni. Al contrario della Banda in questo avvio horror del 2021, eliminata in Copa Maradona e ad un passo dall’addio alla Libertadores. Ancora una volta il River Plate si ‘perde’ nell’ultima giornata, come fu a febbraio scorso in Superliga e come lo è stato stanotte contro l’Independiente, dimostrando di non essersi ripresa dopo la batosta di mercoledì scorso. Ora servirà più di un miracolo per riuscire a disputare una partita dignitosa in Brasile, con una remuntada (noi col tutto il cuore glielo auguriamo) attualmente fuori dalle grazie degli dei del futbol.

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Altro papelón AFA: manca una regola nella Copa Maradona!

AFA e Liga un’altra volta nella polemica: manca una regola in caso di parità!

Atto finale per la Copa Diego Maradona. Stanotte sapremo chi tra River e Boca approderà in finale per sfidare l’altra finalista del gruppo B. In palio il titolo della Copa Maradona (Copa nazionale) e un posto nella Libertadores del 2021.

Attualmente la situazione in classifica A del macrogirone ‘Campeón’ vede il Boca in vetta a pari punti col River (8pt) ma in vantaggio nella differenza reti (+4 contro +3 del Millo). In caso di arrivo finale a pari punti (stanotte River vs Independiente e Argentinos vs Boca) si considererà la differenza reti, i gol fatti e i gol subiti. Sarà ininfluente (ma in realtà neanche contemplato) il risultato dello scontro diretto tra le due squadre, dato il pareggio nel Superclasico.

Fin qui tutto sembra abbastanza normale. Le difficoltà iniziano a affiorare nel ‘malaugurato’ caso di un pareggio in tutte le classifiche in questione. In caso di parità in differenza reti, gol fatti e subiti non esiste infatti una regola precisa, discriminante per approdare in finale. O meglio non è stata ancora contemplata.

Ma com’è possibile? Purtropoo tutto è possibile quando si parla di AFA, la Federazione argentina del futbol e Liga, la lega ‘bulgara’ del Chiqui Tapia; non c’è mínimamente da scandalizzarsi in Argentina, è difatti tradizione decennale avere il diritto -e il dovere- di poter modificare tornei e competizioni in corso d’opera. Nada vergüenza.

Dicevamo, e se le due squadre dovessero terminare nella parità assoluta, che succederebbe? In quel caso l’idea (fonte: DiarioOlé) della Liga sarebbe quella di procedere attraverso un sorteggio. Si, avete capito bene, si tornerebbe così indietro nel tempo ‘scomodando’ il fato e la buena suerte. Non conosciamo la posizione del Boca a riguardo, ma il River si è fatto sentire preferendo una classificazione ‘sul campo’ e attraverso uno spareggio ben più nobile.

Che poi sarebbe la soluzione di maggior buon senso rispetto di fronte alla ‘lotería de la brujita‘, che porterebbe polemiche infinite, pensando solamente al fatto della regolarità dell’estrazione. La domanda, comunque, è sempre la stessa: com’è possibile AFA?


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Fase 2, Fecha 4 – Il racconto della Giornata

Si è giocata la penultima giornata della seconda fase di Copa Maradona e il partido principale è stato il bel Superclasico di sabato notte. In tutti i gironi i giochi sono ancora aperti e tutti i verdetti sono rimandati all’ultima decisiva giornata del prossimo weekend.

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Ci siamo quasi. Penultima giornata e primi verdetti sulla Copa Diego Maradona. Dopo il pareggio nel superclasico si saprà solo nell’ultima giornata quale sarà la finalista tra Boca e River che si giocherà la Copa. In corsa a sorpresa anche l’Argentinos Jrs. Nel girone B frena il Banfield che perde lo scontro diretto col Talleres, in piena corsa assieme al Gimnasia. Nella ‘Complementacion‘ A sembra quasi fatta per il Rosario Central, che ora necessita di un solo punto per giocare la finale dei ‘perdenti’. Nel gruppo B lotta tra Newells e Velez.

ZONA CAMPEONATO A

Boca Juniors – River Plate 2 – 2

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Alla Bombonera è andato in scena il primo Superclassico dell’anno, dopo oltre un anno dall’ultima sfida tra Boca e River. Visti gli imminenti impegni in semifinale di Copa Libertadores, ci si aspettava una partita con il freno a mano tirato, ma il Superclasico per sua natura non può essere così.

Entrambi gli allenatori hanno tenuto le carte coperte alla vigilia del match, con la solita pretattica che accompagna questo genere di sfide e se Russo (Boca) ha tenuto a riposo alcuni titolari, puntando su alcune seconde linee tra cui Zarate, Gallardo (River) ha schierato l’artiglieria pesante, eccezion fatta per Julian Alvarez che ha dato forfait nel riscaldamento, sostituito dal giovane Beltran, al debutto assoluto nel Superclasico.

Il River ha controllato il gioco per quasi tutto il match, e il risultato finale sta leggermente stretto alla squadra di napoleon, che a fine partita ha lasciato lo stadio contrariato senza rilasciare dichiarazioni. Il Boca invece ha giocato una partita accorta, sfruttando la propria solidità e pungendo in contropiede.

Dopo un avvio completamente dominato dai millonarios, al 9′ minuto gli xeneizes passano in vantaggio un po’ a sorpresa con Abila, bravo nello sfruttare una dormita della difesa del River sul bel cross tagliato di Mas dalla trequarti. Gli ospiti allora aumentano ancora di più il loro palleggio e la loro pressione sull’avversario, senza però riuscire a scardinare la retroguardia boquense. L’unico pericolo per Andrada è il palo colpito da Carrascal sugli sviluppi di corner. Si chiude così un primo tempo di marca River, ma con il Boca in vantaggio. Il secondo tempo segue inizialmente lo stesso copione del primo, con i ragazzi del muñeco che spingono alla ricerca della vittoria, eseguendo il piano di logoramento ai fianchi studiato dal proprio DT. Al 57′ ecco la prima svolta del match: mentre Abila e Zarate, appena sostituiti, discutono animatamente (eufemismo) per una buona occasione sprecata da Wanchope, tarjeta roja per Campuzano, già ammonito nel primo tempo per un codazo meritevole di rosso, per un’altra manata ai danni di un avversario, e Boca che rimane in dieci. Gli xeneizes accusano il colpo e si chiudono in trincea, mentre il River sente l’odore dell’avversario ferito e si riversa all’attacco, ribaltando il risultato nel giro di tre minuti: al 73′ con il gol del neo entrato Girotti, con un bel colpo di testa in caduta nell’area piccola, e al 76′ con Santos Borrè, con un altro cabezazo sullo splendido assist di Nacho Fernandez. Passano altri tre minuti e viene ristabilita la parità numerica, a causa dell’espulsione per doppia ammonizione di Enzo Perez, troppo irruento nei suoi interventi. Il Boca trova il gol del pareggio all’85’ con Villa, autore di un’ottima partita, che supera Armani in uscita con uno scavetto dopo il bel passaggio di Tevez, leader indiscusso degli xeneizes.

Si conclude così un bel Superclasico che ci lascia alcune indicazioni per questo finale di stagione, in vista magari della finale di Libertadores tra le due squadre: il Boca può contare sulla propria solidità e sulle giocate dei propri singoli, Tevez su tutti, mentre la forza disarmante del River sta nell’applicare in maniera quasi perfetta il piano partita del proprio allenatore, che esalta ogni volta le qualità del proprio organico.

Independiente – Arsenal 3 – 4

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La partita del Libertadors de America è stata a dir poco drammatica: sette gol, tre espulsioni e tante polemiche nel post partita per la direzione di gara dell’arbitro Pitana. Al rojo serviva assolutamente una vittoria per sperare nella finale del torneo, mentre l’arse doveva solo consolidare il lavoro fin qui svolto.

In avvio, dopo una prima fase di studio, al 15’ gli ospiti passavano in vantaggio con il gol di Albertengo, abile nello sfruttare un errore della difesa avversaria, mentre al 33’ ecco il pareggio dei padroni di casa con il bel gol di Lucas Romero. Si chiudeva così una prima frazione ricca di emozioni e occasioni da entrambe le parti, con le polemiche del rojo per un possibile rigore non concessogli. Nella ripresa l’Independiente si riversava in attacco per cercare il gol del sorpasso, subendo però il gol di Candia al 59’, pareggiato per la seconda volta dal golazo di Menendez al 68’. Gli ultimi venti minuti sono stati corrida pura: il rojo protestava per un altro rigore non fischiato e l’arse passava in vantaggio per la terza volta con il gol del subentrato Luna al 73’. Cinque minuti più tardi veniva espulso Franco dell’Independiente, che nonostante l’inferiorità numerica riusciva a rimontare per l’ennesima volta, con il gol del giovane Velasco all’83’. Ristabilita la parità numerica in campo dopo l’espulsione di Candia all’84’, l’Arsenal trovava il gol vittoria nel recupero finale con il secondo gol di giornata di Luna.

In casa Independiente regna ormai il caos, con il DT Pusineri, espulso per proteste, non ancora sicuro di continuare la sua avventura sulla panchina del rojo (la tifoseria spera di no), e l’addio di Burruchaga è l’ennesima conferma di una situazione societaria sempre troppo instabile per garantire un progetto vincente. Attendiamo la fine della stagione per capire come sarà il futuro del Rey de Copas.

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Classifica cannonieri: in vetta el pulga Rodriguez

Huracan – Argentinos Juniors 0 – 1

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Partita nervosa al Palacio tra Huracan e Argentinos Juniors, con i padroni di casa più propositivi ma gli ospiti portano a casa i tre punti. Il golazo di Romero al 62′ è valso la vittoria per il bicho, ora a una sola lunghezza in classifica da Boca e River, e con una vittoria nell’ultimo turno può ancora sperare in una difficile qualificazione alla finale del torneo. Il globo invece non è riuscito a sfruttare le buone occasioni create, recriminando nel finale per un evidente penal non fischiato dal direttore di gara.

ZONA CAMPEONATO B

San Lorenzo – Gimnasia 1 – 2

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Il San Lorenzo non riesce a dare continuità alla vittoria dell’ultimo turno, chiudendo mestamente una stagione caratterizzata da tanti bassi e pochi alti. Il Gimnasia invece, unito ancor di più dopo la scomparsa di Maradona, ha dimostrato ancora una volta l’ottimo lavoro svolto dal Pibe de Oro e il suo staff. Con una vittoria nell’ultimo turno e le contemporanee sconfitte di Banfield e Talleres si garantirebbe un posto in finale.

Dopo un primo tempo aperto e senza troppi tatticismi, con un legno per parte e un gol annullato agli ospiti per fuorigioco, la partita del Bidegain si è decisa nell’ultimo quarto d’ora di gioco. Al 75’ gol del lobo con il bel colpo di testa di Ramirez pareggiato al 78’ da Angel Romero. Dieci minuti più tardi il Gimnasia chiudeva l’incontro con la rete di Barrios, ex Huracan, per un gol da clasico del Barrio.

Il ciclon in questa annata ha mostrato poco carattere e un’idea di gioco incentrata principalmente sulle giocate dei singoli e sul contropiede, togliendosi poche soddisfazioni. Al termine della stagione servirà voltare pagina per dare slancio al nuovo corso in Avenida La Plata.

Talleres – Banfield 3 – 2

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La partita più attesa del girone era senza dubbio quella di Cordoba tra il taladro, che con una vittoria avrebbe ottenuto l’aritmetica qualificazione alla finale del torneo, e la T che sperava di accorciare in classifica proprio sul Banfield. Le due squadre hanno disputato un’ottima stagione e soprattutto in questa seconda fase hanno espresso un calcio piacevole e concreto allo stesso tempo. Galvanizzati dalla calorosa accoglienza dei propri tifosi all’esterno dell’impianto, con tanto di fuochi d’artificio a sottolineare l’importanza del match, i padroni di casa passavano in vantaggio dopo 4’ minuti con il gol di Fragapane. Il Banfield, per nulla demoralizzato dal gol subito, perveniva al pareggio al 26’ con Galoppo salvo subire il nuovo vantaggio del Talleres in chiusura di prima frazione con il gol di Pochettino, bravo e fortunato nel concludere una bella azione manovrata della propria squadra. Rimasto in dieci uomini ad inizio ripresa per l’espulsione di Lollo, il taladro si riversava in attacco alla ricerca del gol del pareggio, riuscendo a segnare, dopo diverse buone occasioni, soltanto all’88’ con il calcio di rigore trasformato da Alvarez. Il pareggio però stava stretto al Talleres che si riversava in attacco per l’assalto finale, forte della superiorità numerica. Il gol decisivo arrivava nel recupero con la stoccata di Valoyes, lasciato colpevolmente solo al centro dell’area. Il destino delle due formazioni si deciderà all’ultima giornata, con il Banfield avanti di un solo punto in classifica, anche se entrambe meriterebbero l’accesso alla finale.

Atletico Tucuman – Colon 0 – 2

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Il pulga Rodriguez non smette più di incantare e ci regala per la terza giornata di fila un golazo. Contro la squadra più importante della sua carriera, guida il Colon alla vittoria in una partita senza particolari obiettivi, se non quello di lasciare l’ultimo posto in classifica. All’82’ con il match ancora a reti inviolate, riceve palla al limite dell’area e dopo una serpentina tra i difensori avversari che lo porta vicino al vertice destro dell’area piccola, supera il portiere avversario con una vaselina morbida che si infila sul secondo palo. Nel finale il decano, rimasto in dieci per l’espulsione di Toledo al 59′, si riversa in attacco alla ricerca del pareggio. Sull’ultimo calcio d’angolo del match si spinge in area avversaria anche l’estremo difensore dei tucumani, permettendo a Farias di segnare a porta vuota il gol del raddoppio.

ZONA COMPLEMENTACION A

Rosario Central – Defensa y Justicia 3 – 0

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La partita del Gigante de Arroyito ha rischiato di non essere giocata, a causa dei sintomi associabili al Covid riscontrati nei centrali del Central Novaretti e Bottinelli. Dopo i tamponi effettuati però non sono stati trovati positivi all’interno dell’equipo e quindi si è regolarmente scesi in campo. Il risultato finale è bugiardo perchè i ragazzi di Crespo non hanno assolutamente meritato un risultato così negativo. La prima occasione importante del match è stata proprio del Defe che ha colpito un palo in avvio di partita con il giovane Luayza, ed ha impensierito in diverse occasioni l’arquero di casa. Nel recupero del primo tempo però las canallas sono passati in vantaggio con il colpo di testa Laso, lasciato colpevolmente solo sugli sviluppi di calcio d’angolo. Nella ripresa, nonostante le buone trame offensive dell’halcon, il Central ha chiuso l’incontro al 66′ con il rigore trasformato da Vecchio e nel recupero finale con il golazo di Francesco Lo Celso, hermano di Giovanni. Con questa vittoria i rosarini ipotecano il passaggio alla partita contro i vincitori della zona complementacion B, mentre il Defensa si concentrerà sull’imminente semifinale di andata di Copa Sudamericana contro i cileni del Coquimbo Unido, con il sogno di raggiungere la finale.

Patronato – Lanus 1 -1

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Il Patronato trova finalmente il primo punto della seconda fase, contro un Lanus inevitabilmente focalizzato sulle semifinali di Copa Sudamericana, nell’attesissimo derby contro il Velez. Per questo motivo il DT del granate ha lasciato a riposo numerosi titolari, lanciando dal primo minuto i sempre interessanti giovani del vivaio. Dopo un primo tempo avaro di emozioni in cui si segnalano soltanto due legni colpiti dai padroni di casa, nella ripresa è risaltato il divario tecnico tra le due squadre, con il Lanus resosi pericoloso in diverse occasioni. Il vantaggio ospite è arrivato al 75’, con la bellissima punizione di Lodico, mentre il gol dell’insperato pareggio è arrivato all’89’ con il golazo di Arias, che ha fissato il risultato finale.

Aldosivi – Union 1 – 3

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Vittoria importantissima per l’Union che con una larga vittoria nell’ultimo turno e la contemporanea sconfitta del Rosario Central può ancora sperare nella qualificazione alla finalina contro la vincente della zona complementacion B. Il primo tempo è stato completamente dominato dal tatengue, passato in vantaggio al 5’ con la rete di Diale e resosi pericoloso in diverse occasioni, senza però riuscire a sfruttarle. Nella ripresa invece ecco la reazione del tiburon, che dopo diversi tentativi, ha pareggiato al 78’ su calcio di rigore trasformato da Grahl. L’Union allora si è riversata in attacco alla ricerca della vittoria, trovando con la perla balistica su punizione di Cañete il gol del raddoppio all’81’, e nei minuti di recupero finali la rete della sicurezza con la spaccata volante in area piccola di Garcia.

ZONA COMPLEMENTACION B

Newell’s – Velez 0 – 1

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Il Newell’s ha completamente dominato la partita contro il Velez, uscendo incredibilmente sconfitto dal Marcelo Bielsa. La lepra ha dimostrato di attraversare un ottimo periodo di forma, candidandosi fortemente per la partita contro la vincente della zona complementacion A (probabilmente il Rosario Central, per un derby rosarino infuocato). Il match come detto è stato controllato per tutti i 90’ dai padroni di casa, che però non sono riusciti a sfruttare le numerose occasioni create: la più importante di queste è il palo colpito da Maxi Rodriguez, al quale, tra l’altro, è stata intitolata una tribuna dello stadio in occorrenza del suo quarantesimo compleanno. Il Velez invece trova il massimo risultato con il minimo sforzo, raggiungendo in vetta alla classifica proprio i rosarini. Il fortin è inevitabilmente concentrato sul derby di semifinale di Copa Sudamericana contro il Lanus, ma è ancora in corsa per un obiettivo domestico. Il gol vittoria è stato segnato al 75’ da Brizuela, lesto nel risolvere una mischia da calcio d’angolo.

Central Cordoba – Racing 2 – 2

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Bella partita a Santiago del Estero tra due squadre senza più obiettivi per questo finale di stagione, che per questo si sono affrontate a viso aperto.

In avvio di match subito grandi emozioni con il botta e risposta a stretto giro di posta tra le due squadre: al 9’ passavano in vantaggio i padroni di casa con il gol Rosales, raggiunti al 17’ dal pareggio di Rojas. In avvio di ripresa l’academia tornava a spingere e trovava il gol del vantaggio con Malgarejo al 46’, ma nell’ultima parte di gara subiva il ritorno dei padroni di casa. Dopo aver impensierito l’arquero Arias, autore di un autentico miracolo sulla linea di porta, i camioneros raggiungevano il pareggio finale al 65’ con Ribas, e sprecavano altre buone occasioni.

Il Racing dopo l’eliminazione dalla Copa Libertadores e le vicissitudini societarie dimostra comunque carattere (una vittoria e un pareggio), nella speranza che le decisioni che verranno prese possano garantire un futuro più luminoso per il club.

Godoy Cruz – Estudiantes 1 – 0

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Il tomba parte fortissimo, rendendosi pericoloso in diverse occasioni, e sblocca il match al 18′ con la rete, che risulterà poi decisiva, di Badaloni. La squadra di Mendez controlla il gioco nella prima frazione subendo però il ritorno del pincha. La formazione di Desabato, sempre in difficoltà nella proposta di gioco offensivo, dimostra quantomeno carattere creando diverse buone occasioni nella ripresa, non riuscendo però a concretizzarle. Anche l’annata dell’Estudiantes è stata avara di soddisfazioni, e probabilmente con la nuova stagione inizierà un nuovo corso per la società di Veron.

PROSSIMO TURNO

Prossimo turno scopiettante per i verdetti che ariveranno. Clasico a distanza tra Boca (vs Argentinos) a River (vs Independiente): solo una andrà in finale. Nel Gruppo B Il Banfield è a un passo daal finalissima ma occhio a Talleres e Gimnasia, Nel ‘Complementacion’ sembra fatta per il Central a cui basta un punto per passare. Nel Gruppo B lotta tra Newells (vs Racing) e Velez (vs Godoy). Da considerare il prevedibile turnover di Boca, River, Velez, Lanus e Defensa y Justicia impegnate tra pochi giorni nelle copas.


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Il Boca spreca l’occasione: col Santos è solo 0-0

Termina a reti bianche l’attesissima semifinale tra Boca e Santos. Si deciderà la finalista della Copa Libertadores tra una settimana, nella trasferta brasiliana di San Paolo.

Doveva essere una partita simile al ritorno dei quarti contro il Racing Club, quella in cui determinazione, coraggio e gioco sarebbero dovuti risplendere nella notte della semifinale Libertadores. Incosciamente aleggiava nella Bombonera la paura di poter ripetere la figuraccia del River di ieri. Ci si è limitati di conseguenza allo stretto necessario, dietro al comandamento: Primo non prenderle.

I padroni di casa partono bene. Villa sulla sinistra è un autentico incubo del terzino Para, è sua l’occasione più nitida a inizio partita, con la palla che sbatte sulla traversa dopo un pregevole assist di Tevez. Carlitos poi, salvo qualche raro assolo, appare un’altro giocatore rispetto a quello visto nelle ultime uscite. Impreciso, impalpabile e come lui Salvio, stranamente apatico. Dopo la fiammata iniziale la squadra azul oro abbandona l’iniziativa e lascia avanzare pericolosamente il Peixe. Sotelto, el nene, prende le redini dell’equipo e dirige senza fronzoli le trame offensive, sempre pericolose del Santos.

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Nel secondo tempo ci si aspetterebbe quantomeno una dedizione maggiore nel tentare di sfruttare il fattore campo, ma non succede. La squadra anzi si allunga e l’imprecisione nel controllo palla, come per le conclusioni, appare allarmante. Continui lanci lunghi e gioco spezzettato inducono il telespettatore a cambiare canale (niente di personale, Dazn). Il Boca, che sembra non averne più, si affida a lanci lunghi contropiedi ma rischia più volte lo svantaggio data la supremazia territoriale brasiliana. E rischiando soprattutto per un rigore abbastanza netto di Izquierdoz su Marinho. L’arbitro Tobar e il Var fortunatamente valutano diversamente e va di lusso al Boca perchè poteva essere la svolta della gara, in negativo.

Villa ha ancora benzina per le sue sgommate ma le spreca il più della volte nell’incaponirsi a voler scartare tutti e a tutti i costi. Il ragazzo ha un gran talento ma deve imparare a gestirlo meglio e cercar di non perdere troppi palloni sanguinosi. Ci si accorge che gioca Soldano dopo che lo si vede portare le borracce in campo a inizio secondo tempo. Ed è già qualcosa. A centrocampo Capaldo fa il possibile ma si nota l’assenza, come non mai, del play Campuzano. Al 65’ Cardona fa il suo ingresso in campo e la situazione Xeneizes cambia subito e in positivo. Con ‘Caradona‘, c’è più possesso palla, qualità e freschezza in campo, caratteristiche, stasera, mancanti come l’aria.

Dopo l’ultimo assalto all’arma bianca, l’arbitro emette i tre fischi. Termina così 0-0 una partita mediocre, che necessariamente si definirà al ritorno, tra una settimana, a San Paolo. Con il Maracanà sempre più vicino. Starà al Boca decidere se vorrà andarci o meno. Dipende solamente da sè stesso, occasioni del genere, non capitano tutti gli anni.


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